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Bolsonaro teme il sinodo sull’Amazzonia. “Paura che la Chiesa critichi il governo”: i servizi segreti spiano vescovi e parroci

Il governo del Brasile teme i cardinali ed esponenti di movimenti sociali che stanno raccogliendo il testimone della sinistra in crisi nelle regioni del Nord, dove forte è la presenza di popolazioni indigene. Il sottosegretario alla sicurezza istituzionale, generale Augusto Heleno Ribeiro, ha parlato di "preoccupazione" per l'evento in programma Roma per ottobre, considerata “la lunga influenza della chiesa e delle Ong che operano nella foresta". E il presidente pensa di chiedere aiuto all'Italia

Il pericolo sovversivo si annida tra croci e calici. Nelle chiese cattoliche del nord del Brasile, dove cardinali ed esponenti di movimenti sociali stanno raccogliendo il testimone della sinistra in crisi, per sostituirsi ai partiti tradizionali nella lotta al governo Bolsonaro. Un piano che vede il sinodo sull’Amazonia in programma in ottobre a Roma, come momento finale di un piano per criticare l’esecutivo di Brasilia, garantendosi un’ampia copertura mediatica internazionale e l’appoggio del Vaticano. E’ questo il tenore dell’allarme lanciato dai servizi segreti e dai vertici militari brasiliani che agita i sonni del governo Bolsonaro.

L’agenzia di intelligence brasiliana (Abin) e i vertici dell’esercito hanno consegnato al governo una serie di informative che riferiscono del tentativo di un gruppo di cardinali, esponenti di un presunto “clero progressista”, di posizionarsi contro il governo. Un atteggiamento che, riporta il quotidiano Folha, il sottosegretario alla sicurezza istituzionale, generale Augusto Heleno Ribeiro, ha definito “un’interferenza negli affari interni del Brasile” e contro il quale sono già state attivate le prime misure. Gli agenti segreti uffici dell’Abin a Manaus, Belem, Maraba, responsabili delle aree del paese epicentro di conflitti agrari e dove forte è la presenza di popolazioni indigene, sono stati mobilitati per ‘seguire’ riunioni preparatorie per il Sinodo nelle parrocchie e nelle diocesi. Supportati anche i comandi militari di Manaus e Belem. Sul versante politico poi il governo federale cercherà di sensibilizzare governatori, sindaci e autorità locali nel tentativo di “neutralizzare discorso ideologico della sinistra” intorno al Sinodo. Al ministero degli esteri Brasiliani toccherà invece monitorare le discussioni riguardo il sinodo all’estero, seguendo le attività di Ong e organizzazioni ambientaliste straniere.

Tra le carte che il governo sarebbe pronto a giocarsi, ci sarebbe anche quella del governo italiano. Considerate le floride relazioni diplomatiche, all’apice dopo l’arresto di Cesare Battisti, Brasilia non esclude di cercare di convincere Roma di intercedere presso la Santa Sede per evitare attacchi diretti sulla politica ambientale e sociale del governo brasiliano durante il Sinodo.

Quando le prime informative dell’Abin sono arrivate al Planalto, le strutture di sicurezza del governo, tutte legate alle forze armate, hanno immediatamente messo in collegamento l’attività preparatoria del sinodo, con le critiche che Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb) aveva mosso al presidente Bolsonaro durante tutta la campagna elettorale. In particolare infatti il Consiglio indigeno missionario (Cimi) e la Commissione pastorale della terra (Cpt), ritenuti settori della chiesa da sempre vicini al Partito dei lavoratori dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, più volte avevano attaccato l’aspirante presidente. Il vescovo della Pastorale della terra André de Witte, Bahia era arrivato a definire Bolsonaro un “vero pericolo”. Una posizione che aveva motivato il candidato alla presidenza a investire per la sua campagna ancor più convintamente solo sulle chiese evangeliche, zoccolo duro del suo elettorato ultra conservatore. Tutti elementi che spingono oggi il sottosegretario alla sicurezza istituzionale, generale Augusto Heleno Ribeiro, a parlare con “preoccupazione” degli incontri e delle riunioni preparatorie del Sinodo sull’Amazzonia, considerata “la lunga influenza della chiesa e delle Ong che operano nella foresta”.

Se da una parte il governo mostra preoccupazione per il pericolo della deriva di sinistra della chiesa, dall’altro manda un messaggio chiaro sull’attività che le istituzioni sono pronte a mettere in campo per contenere la minaccia ‘sovversiva’. “Il lavoro che il governo metterà in campo per neutralizzare gli effetti dell’incontro non farà altro che rafforzare la sovranità brasiliana e impedire che interessi stranieri divengano prevalenti in Amazzonia ” ha affermato Ribeiro, sottolineando “andremo fino in fondo”.

Lungi dallo smentire lo spionaggio e la visione sediziosa dell’attività della chiesa, in una nota ufficiale diffusa dopo la pubblicazione delle notizie delle attività dell’Abin, il governo ha fatto sapere che nella sua interezza “la Chiesa cattolica non è soggetta ad alcuna azione da parte dell’Agenzia di intelligence brasiliana”, ma che tuttavia “secondo la normativa vigente, l’agenzia segue tutti gli scenari che potrebbero compromettere la sicurezza della società e dello stato brasiliano”. Il governo sottolinea infatti che “Non esiste una critica generale alla Chiesa cattolica”, ma che tuttavia “c’è una preoccupazione del sottosegretario alla sicurezza istituzionale rispetto ad alcuni punti all’ordine del giorno del Sinodo sul Rio delle Amazzoni che si terrà in Vaticano nel mese di ottobre di quest’anno”. In particolare, afferma la nota ufficiale “Alcuni temi di questo evento riguardano aspetti che incidono, in una certa misura, sulla sovranità nazionale”.