Giustizia & Impunità

Torino, la caduta di Giordana e l’ascesa di Pasquaretta (fino all’inchiesta): così si è sciolta la triade di Chiara Appendino

L'ex consigliere e l'ex portavoce erano entrambi contrastati dai consiglieri del Movimento 5 stelle. Ma la sindaca ha avuto due atteggiamenti diversi che portano alla caduta del principale collaboratore del suo successo elettorale e alla parallela ascesa del giornalista precario venuto da lontano, ora indagato per estorsione ai danni della stessa prima cittadina

La triade di Chiara Appendino si è sciolta. Due diverse inchieste delle procura di Torino, sempre condotte dai carabinieri della polizia giudiziaria e sempre coordinate dal sostituto procuratore Gianfranco Colace, hanno fatto saltare prima il capo di gabinetto Paolo Giordana e poi il portavoce Luca Pasquaretta. I due uomini erano entrambi contrastati dai consiglieri del Movimento 5 stelle, ma la sindaca ha avuto due atteggiamenti diversi con Giordana e Pasquaretta, nel periodo che porta alla caduta del principale collaboratore del suo successo elettorale e alla parallela ascesa del giornalista precario venuto da lontano, ora indagato per estorsione ai danni della stessa prima cittadina.

Primavera 2016. Nel corso della campagna elettorale Giordana, dipendente del comune di Torino che dal 2012 ha stretto un legame di collaborazione e fiducia con l’allora consigliera M5s, ha bisogno di aiuto per gestire la comunicazione. L’assessore al Commercio in pectore (scelto in base al curriculum), l’avvocato Alberto Sacco, presenta un suo amico giornalista, uno che ha lavorato anche come pr di una discoteca di cui lo stesso Sacco è stato socio. È Pasquaretta e tra sé e sé fa una scommessa: lavora gratuitamente per la candidata sperando nella vittoria e in un incarico. In quei mesi si guadagna dei punti: seguendo da anni la Juventus per il Messaggero e le testate del Quotidiano nazionale (Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione), ha ottimi agganci con la società e fa da tramite per un incontro tra il presidente Andrea Agnelli e Appendino, che nel club ha svolto uno stage dopo la laurea alla Bocconi (e una tesi sulla valutazione del parco giocatori). Le elezioni terminano al ballottaggio, con Appendino che batte il sindaco uscente, il dem Piero Fassino col 54,56% delle preferenze. È una vittoria storia per M5s: a quel puntola neo prima cittadina deve scegliere il suo staff e pensa a Pasquaretta, che quindi passa all’incasso della scommessa vinta. Per lui c’è un posto importante da portavoce e capo ufficio stampa, un posto che ottiene nonostante agli inizi Appendino – spiega una fonte riservata – avesse saputo dell’esperienza di addetto stampa della fiera “Torino Erotica” e nutrisse dei dubbi. “Pasquaretta me lo ha portato Massimo Bonera, primo direttore artistico di Torino Erotica, perché ci serviva un addetto stampa. Ha lavorato per me alla prima edizione, quella del 2014 al Lingotto, e poi all’edizione di Milano nel 2015. Siccome in questa occasione non ha lavorato bene nella comunicazione, mi sono arrabbiato”, spiega a ilfattoquotidiano.it Michele Macagnino, patron della kermesse dell’eros, che ribadisce la sua stima per il giornalista in questo momento. E soprattutto tenta di arginare le allusioni scritte da un’attrice porno, Heidy Cassini, come commento a un post su Appendino su facebook: “Cara Chiara dovevi informarti bene di chi ti stavi mettendo a fianco. Noi lo sapevamo”, scriveva lei. “Non conosce neanche il nome di battesimo di Pasquaretta – dice Macagnino -. Forse voleva farsi pubblicità gratuita. Lei è una persona discutibile che non ho mai voluto a ‘Torino Erotica’”. Ilfattoquotidiano.it ha cercato di contattare l’attrice, che però non vuole rilasciare dichiarazioni. I carabinieri potrebbero sentirla come persona informata sui fatti.

Primavera 2017. Il 9 maggio la Juventus vince anche il ritorno della semifinale di Champions League contro il Monaco. Soltanto una settimana prima della finale, programmata il 3 giugno a Cardiff, a Torino si muove l’organizzazione del maxischermo per i tifosi. L’idea viene a Luca Pasquaretta, che ne parla alla sindaca e il capo di gabinetto incarica l’ente “Turismo Torino” di predisporre il tutto. Pasquaretta, sempre grazie ai suoi legami, contatta Alberto Pairetto (responsabile eventi della Juventus) e il club, insieme a Jeep, fornisce una sponsorizzazione per pagare l’evento. La sera della partita, poi, è lui il rappresentante del comune in piazza. La sindaca è a Cardiff, il vicesindaco è via per il weekend e Giordana non si interessa alla manifestazione. Pasquaretta, da semplice capo della comunicazione, controlla tutto. Media con le forze dell’ordine affinché un gruppo di ultras possa piazzarsi davanti al maxischermo. Poi, una volta accaduto il disastro, assiste alla riunione sul campo dei vertici delle forze dell’ordine e dei soccorsi dando anche la sua opinione. Il giorno dopo, riferisce ai pm Enrico Bertoletti, architetto che si occupò dell’allestimento della piazza per Turismo Torino, “Mi telefonò tale Pasquaretta (…) che con tono imperioso mi disse innanzitutto che io ero il responsabile di tutto il servizio relativamente alla gestione dell’evento aggiungendo ‘Noi abbiamo un problema, lei è responsabile’”. È il suo tipico stile, con i modi che gli sono valsi il nomignolo di “pitbull” pronto a difendere Appendino: “In quella telefonata si fa riferimento ‘ad un problema’ che avevamo perché era già cominciata la caccia al colpevole che si voleva individuare nella sindaca”, spiega lui ai pm. Da tutta quella serata Pasquaretta ne esce con un’accusa diversa: viene indagato per “invasione di terreni o edifici” e per il “deturpamento di cose altrui” per l’allestimento del maxischermo al Parco Dora di Torino. Il suo ruolo traballa, si ipotizza una sostituzione interna, ma alla fine ne esce più forte e con dei legami più solidi.

Autunno 2017. Il 28 ottobre Paolo Giordana viene messo alla porta. Da tempo il suo potere è inviso ai consiglieri del M5s, ma il pretesto per allontanarlo è un’intercettazione resa nota da Repubblica quello stesso giorno. È agli atti per il presunto falso in bilancio dell’azienda dei trasporti Gtt. Il 25 luglio, al telefono con l’ad di Gtt Walter Ceresa, chiede se sia possibile rivedere la multa di un suo amico che aveva timbrato il biglietto poco prima dell’arrivo del controllore. Ceresa il giorno dopo gli dice che “non gli arriverà la multa”. Appendino apprende l’episodio dai giornali, si confronta coi vertici del M5s mentre Giordana – già indagato per le vicende di piazza San Carlo e quella Ream (falso ideologico nei bilanci) – rassegna le dimissioni. Lei, “umanamente dispiaciuta”, le accetta subito. D’altronde nel corso dell’inchiesta su piazza San Carlo aveva scaricato su di lui alcune colpe. Giordana verrà indagato dal sostituto procuratore Gianfranco Colace insieme a tre manager di Gtt con l’accusa di induzione indebita a promettere utilità. I quattro indagati hanno ottenuto pochi giorni fa l’ok del tribunale per la messa in prova: se portata a termine, il processo si chiude.

Primavera 2018. Senza più Giordana al fianco di Appendino, Pasquaretta aumenta la sua influenza. È una strana coppia. Lei, torinese, giovane figlia di un importante manager, studi alla Bocconi. Lui arrivato a Torino da Forenza, in Basilicata, per studiare. Orfano di padre che si mantiene da solo e aiuta un fratello a crescere: è affamato e con molta voglia di riscatto. Si proteggono a vicenda: lui la difende dall’assalto dei cronisti, lei lo mette al riparo dai consiglieri M5s. Dicono che il portavoce vedesse nella sindaca la perfetta candidata premier al posto di Luigi Di Maio: anche per questo nel frattemposi crea una rete di contatti a Roma e Milano. Forse, però, quella voglia di rivalsa è troppa. A maggio sorge un caso: il portavoce ha aggiunto al suo stipendio (all’anno 26mila euro più un’indennità di 17mila), una consulenza di 5mila euro dalla Fondazione per il libro con lo scopo di lavorare al fianco del presidente Massimo Bray per 15 giorni a cavallo del Salone del libro 2017. A differenza di altri dipendenti e fornitori, il suo compenso viene liquidato subito. L’opposizione protesta, il M5s definisce l’incarico “inopportuno” (parole più tenui rispetto a quelle a lui riservate nel corso del consiglio comunale di lunedì). Appendino lo difende, ma lo ridimensiona: non sarà più capo ufficio stampa, ma soltanto portavoce. Tira dritto anche quando ai primi di luglio la procura (sempre il sostituto procuratore Colace) iscrive Pasquaretta nel registro degli indagati per peculato. È solo l’inizio. Da quel momento passa quasi un mese prima che la sindaca chiuda la collaborazione con Pasquaretta. Se Giordana è uscito di scena lasciando il Comune e mettendosi in aspettativa, l’ex portavoce pressa per avere un lavoro. Prima ci prova con l’eurodeputata Tiziana Beghin (che a ilfattoquotidiano.it ha spiegato di aver scartato Pasquaretta per via dell’indagine e per alcuni allarmi) e poi ci riesce con la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli. Quest’ultima l’ha scaricato sabato, 12 ore dopo la diffusione della notizia sull’indagine per estorsione.