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Fausto Brizzi sulle accuse di molestie: “Manina. Ci ho pensato, ma ho detto fin troppo”

Il regista a Vanity Fair: "Non ero in una vera posizione di potere e non tenevo in mano Hollywood, ma un ruolo anche politico all’epoca lo avevo” in quanto regista delle Leopolde di Matteo Renzi. Che nel giorno dell'archiviazione aveva twittato: "Per mesi lo hanno mediaticamente massacrato. Qualcuno da stasera deve chiedere scusa"

Le accuse di molestie a Fausto Brizzi? Orchestrate da una “manina” perché vicino a Matteo Renzi. Lo suppone lo stesso regista, dal 21 febbraio di nuovo in sala con il suo Modalità Aereo, in una lunga intervista pubblicata sull’ultimo numero di Vanity Fair. “Ha pensato che qualcuno avesse orchestrato nell’ombra la campagna che l’ha colpita?”, gli ha chiesto il vicedirettore Malcom Pagani. E Brizzi: “Se ho pensato a una manina? Ci ho pensato eccome. Non ero in una vera posizione di potere e non tenevo in mano Hollywood, ma un ruolo anche politico all’epoca lo avevo”. A quel punto Pagani chiede una specifica: “Era stato il regista delle Leopolde di Matteo Renzi?”. “Questo lo ha detto lei, io ho detto fin troppo”.Proprio nelle ore successive  all’archiviazione del caso di molestie contro il regista romano da parte del gip era stato l’ex premier a twittare in sua difesa: “Per mesi lo hanno mediaticamente massacrato con accuse di molestia infondate. Adesso tutto è stato archiviato. Qualcuno da stasera deve chiedere scusa a Fausto Brizzi”.

Il gip di Roma, Alessandro Arturi, aveva definito le accuse a carico del regista di Notte prima degli esami “evanescenti”. Brizzi, dal canto suo, ha ricostruito gli accadimenti del recente passato in cui veniva accusato di molestie e violenze da diverse attrici che avevano rilasciato la loro testimonianza al programma Le Iene: “Di mestiere faccio lo scrittore e conosco bene la differenza tra un sì e un no. Vedere alcune ragazze che avevano un ruolo, grande o piccolo che fosse, nella mia vita, sostenere che non fossero state con me per loro volontà mi ha lasciato sgomento”. Sui provini a casa propria ha poi precisato: “Non ho mai fatto un provino o un casting che non fosse nella sede della produzione (…) Se un regista incontra una ragazza a casa sua, la questione attiene alla sfera privata”. Infine Brizzi si è scagliato contro i processi fatti in tv affermando che “non condivide il metodo della testimonianza anonima” e che fatica “a riconoscere nella televisione un’autorità morale o tantomeno giuridica”: “La molestia è una cosa seria in molti ambiti di lavoro, compreso ovviamente il mio – ha concluso – ma è un argomento che andrebbe trattato nei tribunali seguendo le leggi dello Stato e non quello degli indici d’ascolto e dell’opinione pubblica”.