Politica

Aeroporto Firenze, ok dei tecnici alla nuova pista. Ma Toninelli aspetta l’analisi costi-benefici (con M5s e Lega divisi)

Sull'allargamento dello scalo fiorentino, sostenuto da Renzi, Nardella e ora da Salvini, il rischio è di una seconda Tav (in piccolo). Primo ok della conferenza dei servizi, ora manca il via libera politico del ministro che però sta meditando il contributo pubblico di 200 milioni ad Aeroporti Spa (guidata da Carrai)

Via libera alla nuova pista dell’aeroporto di Firenze. Voluta dall’ex sindaco Matteo Renzi, dal suo successore Dario Nardella, ma ora anche dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Il primo ok è arrivato ora dalla conferenza dei servizi, riunita al ministero dei Trasporti e ora il dossier passerà nelle mani di Danilo Toninelli che dovrà prendere la decisione politica definitiva sulla fattibilità dell’opera. In piccolo, il rischio è che si ripeta lo scontro interno al governo e nella maggioranza, dopo il Tav Torino-Lione e il Terzo Valico. Il leader della Lega Salvini, infatti, si è schierato a favore dell’opera (“Firenze è una città straordinaria che merita di essere collegata di più e meglio”), mentre per il M5s della Toscana è una battaglia condotta da sempre. Come sul Tav, il ministero sta realizzando un’analisi costi-benefici e, a quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, ne uscirebbe un quadro non favorevole all’opera. Inoltre, pochi giorni fa Toninelli aveva annunciato che per l’opera lo Stato non avrebbe speso un euro: “È un aeroporto profittevole, perché dovremmo metterci 150 milioni di soldi pubblici?”.

Il sì al masterplan di Aeroporti spa (guidata da Carrai)
La conferenza dei servizi ha dato il via libera finale sotto il profilo tecnico. Partita a settembre, composta da tecnici e rappresentanti di Regione e Comuni, l’organismo tecnico ha approvato il masterplan presentato da Aeroporti Spa, il cui amministratore delegato è Marco Carrai, braccio destro di Renzi. Il sì riguarda autorizzazioni, permessi e licenze urbanistiche. Ieri l’ultimo parere positivo, nel corso del processo di autorizzazione, della soprintendenza ai Beni artistici e paesaggistici. “È un traguardo straordinario al quale siamo arrivati solo grazie alla tenacia e alla determinazione di molti di noi – ha scritto il sindaco di Firenze Dario Nardella – La strada è segnata: la Toscana avrà finalmente un sistema aeroportuale all’altezza grazie all’integrazione degli scali di Pisa e Firenze, contro ogni ottuso campanilismo e contro ogni tentativo di bloccare lo sviluppo per motivi politici”.

Ok a opera, ma Toninelli non vuole usare soldi pubblici
Secondo quanto trapela dalla riunione finale, adesso potrebbero partire i lavori senza bisogno di un decreto ministeriale ma il problema rimangono i fondi pubblici, in parte già stanziati. In totale la nuova pista di Peretola dovrebbe costare 350 milioni, di cui 200 finanziati da Aeroporti Spa: 50 sono stati stanziati nel 2014 e i restanti 100 da Enac, grazie agli avanzi di bilancio. Sabato scorso però Toninelli ha rimesso in discussione i 150 milioni che lo Stato dovrebbe spendere per l’opera: “Rafforzeremo il polo aeroportuale Pisa-Firenze – aveva detto il ministro in una diretta Facebook – ma il governo lo farà senza avvantaggiare chi lo sta gestendo. È un aeroporto profittevole, perché dovremmo metterci 150 milioni di euro?”. L’intenzione del ministro è quella di tagliare i 100 milioni che arriverebbero da Enac per due motivi: in primo luogo perché potrebbe essere considerato dall’Unione Europea come un aiuto di stato e poi perché al ministero non sarebbe mai arrivato il contratto tra Enac e il governo. Quindi quei 100 milioni saranno ridiscussi al primo cda di Enac che dovrebbe stanziarli comunque per la Toscana, ma non per l’aeroporto di Firenze.

Lo scontro tra Lega e M5s (e interno alla Lega)
Se i 5 Stelle sono da sempre contrari al rafforzamento dello scalo di Peretola (“deve rimanere un city airport mentre dobbiamo rafforzare Pisa” ha detto nei giorni scorsi Toninelli), la Lega toscana si è spaccata più volte negli ultimi mesi: a inizio ottobre i vertici regionali del Carroccio avevano approvato un documento scritto dalla neo commissaria Susanna Ceccardi che metteva nero su bianco il suo “no” al nuovo scalo proponendo un rafforzamento della linea ferroviaria Pisa-Firenze o addirittura una terza pista per lo scalo pisano. A metà ottobre, la linea Ceccardi era stata sconfessata dal sottosegretario leghista Guglielmo Picchi (“troppo tardi per tornare indietro”), a sua volta smentito dal ministro del Turismo, Gian Marco Centinaio: “L’aeroporto di Firenze non si farà – aveva detto in un’intervista a Repubblica Firenze – Lo sviluppo non deve passare da un piano faraonico che non serve a nulla alla Toscana”. Martedì, dopo le manifestazioni degli industriali per il sì all’opera e a tre mesi dalle elezioni amministrative di Firenze, la nuova linea l’ha data direttamente il leader del Carroccio, Salvini: “Arrivare in Toscana, che è una delle regioni più belle del mondo, è vitale – ha detto ai giornalisti – Non fatemi fare l’ingegnere, però c’è bisogno di arrivarci con più facilità, velocità e spendendo meno”.