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21 Savage, il rapper arrestato in Usa dalle autorità anti immigrazione

Secondo le prime indiscrezioni provenienti dalla stampa d’oltreoceano, il cantante più volte nominato ai Grammy, e nelle posizioni alte delle classifiche Usa con il suo recente I am > I was, sarebbe entrato illegalmente nel 2005 negli Stati Uniti quando era minorenne

Il rapper 21 Savage è stato arrestato dalle autorità anti immigrazione statunitensi. Da oltre 12 anni vivrebbe illegalmente negli Stati Uniti. L’arresto è avvenuto ad Atlanta poco prima della finale del Super Bowl. Secondo le prime indiscrezioni provenienti dalla stampa d’oltreoceano, il cantante più volte nominato ai Grammy, e nelle posizioni alte delle classifiche Usa con il suo recente I am > I was, sarebbe entrato illegalmente nel 2005 negli Stati Uniti quando era minorenne e da cittadino inglese quale risulta non può rimanere sul suolo americano.

Secondo Bryan Cox, portavoce dell’ICE (U.S. Immigration and Customs Enforcement), Sha Yaa Bin Abraham-Joseph ha un visto scaduto fin dal luglio 2006 ed è ora sotto la loro custodia in Georgia in attesa che una corte federale sull’immigrazione si pronunci in merito al suo anomalo caso. Dal canto loro gli avvocati del rapper hanno dichiarato che si tratta di un “malinteso” e che “stanno lavorando per farlo uscire di prigione”: “Il signor Abraham-Joseph è un modello per i ragazzi di Atlanta e sta lavorando assieme alle autorità per un programma governativo rivolto ai giovani disagiati economicamente per istruirli in termini economico-finanziari”.

Il musicista 26enne non ha comunque mai chiarito con precisione le sue origini. Di madre domenicana, l’atto di nascita risulta ufficialmente in Inghilterra, ma dal 2005 risulta abitare e lavorare ad Atlanta. Nell’ottobre 2014 21 Savage era stato arrestato per reati di droga nella contea di Fulton, in Georgia. Inoltre diversi testi dei suoi brani sono finiti nell’occhio del ciclone per affermazioni sibilline ed improvvide, come spesso capita per l’hip hop e la trap. Per ultima la polemica sul testo di Asmr, ripreso su Instagram perfino da Lebron James, in cui si rinfocola lo stereotipo dell’ebreo ricco. Il cantante si è comunque scusato sostenendo di non aver voluto offendere nessuno e che anzi “il popolo ebraico che conosce è molto saggio nel gestire il denaro” e che lui “ama tutte le persone indistintamente”.