Scuola

Catania, “gli studenti disabili dal 31 gennaio senza assistenza. Soldi stanziati, ma non per coprire tutto l’anno”

Tre mamme a ilfatto.it: "Valutiamo una denuncia per interruzione di pubblico servizio". "Perché i nostri figli sono trattati come voci di bilancio?". "Giocano con i diritti delle persone". Contattato più volte l’Ufficio assistenza trasporto disabili della Città metropolitana di Catania non ha dato seguito alle richieste di chiarimenti

Sono tornati a scuola dopo le vacanze di Natale e hanno trovato una brutta sorpresa. Dal 31 gennaio 2019 gli alunni con disabilità dell’intera Città Metropolitana di Catania non avranno più a disposizione i trasporti scolastici, gli assistenti che li portano in bagno, gli operatori che li sostengono nella comunicazione e li aiutano anche a mangiare. Servizi essenziali che rischiano di scomparire. I genitori chiedono da settimane più chiarezza dalle istituzioni locali. “Per moltissimi alunni disabili questi servizi sono fondamentali per garantire il loro diritto allo studio – dice a ilfattoquotidiano.it Adriana Tomaselli, mamma di un ragazzo con autismo che frequenta il quarto anno di un istituto professionale – Essere costretti a fare a meno di questi diritti è allucinante, non possiamo vivere una vita del genere. Tutto questo a livello umano è inaccettabile, viviamo con un’ansia continua e i nostri figli rischiano di restare a casa senza poter andare più a scuola come tutti gli altri compagni di classe. Pensiamo anche di ricorrere a vie legali, con una denuncia per interruzione di pubblico servizio”.

Il fatto è che i soldi sono stati stanziati dalla Regione Sicilia ma la Città Metropolitana di Catania, che ha la competenza, tra le varie cose, sulle scuole superiori, non ha rinnovato i servizi per i disabili. L’8 gennaio l’assessorato regionale al Sociale ha messo nero su bianco l’assegnazione di 1,9 milioni di euro, di cui 306.526 euro per la Città Metropolitana di Catania. Il problema, denunciano le famiglie, è che il giorno successivo la stessa Città Metropolitana ha diramato un protocollo che “autorizza la prosecuzione dei servizi fino al 31 gennaio 2019” e non fino a fine anno scolastico. Contattato più volte dal Fatto.it l’Ufficio assistenza trasporto disabili della Città metropolitana di Catania non ha dato seguito alle richieste di chiarimenti. Chi dice di non poter intervenire sono i dirigenti scolastici. “Nel mio istituto il disagio riguarderà circa 80 studenti con disabilità”, ha detto Antonio Massimino, alla guida del Liceo artistico Emilio Greco di Catania. “E’ inaccettabile che per ragioni contabili di bilancio la vita di questi giovani disabili possa vedere tagliati una serie fondamentale di servizi scolastici essenziali. Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione in merito al rinnovo dei fondi per i servizi scolastici, dal 1 febbraio c’è il rischio di vedere esplodere una emergenza per famiglie che già vivono molte difficoltà, chiediamo che l’erogazione dei fondi possa essere effettuata al più presto”.

Protestano naturalmente le famiglie. “E’ una situazione grave che si ripete ogni anno – afferma a ilFatto.it Angela Rendo, madre di Gabriele, ragazzo disabile del quarto anno di un istituto tecnico industriale – ma che questa volta ha mostrato oltre al danno la beffa, perché i soldi sono stati stanziati ma, allo stesso tempo, i servizi saranno interrotti dal 31 gennaio. Perché i nostri figli sono trattati come delle voci di bilancio? Dovrebbe invece esserci una determina precisa all’inizio di settembre che comprenda tutto l’anno scolastico e non solo i primi 6 mesi, in modo da dare maggiore continuità didattica e più serenità agli studenti disabili, alle loro famiglie, oltre che agli operatori e insegnanti di sostegno che li seguono con passione e competenza. Invece così vengono colpiti i più deboli”. Alcuni genitori si sentono “presi in giro”. Rendo evidenzia anche come viene mal gestito il servizio di trasporto perché “come genitori non possiamo neanche scegliere l’operatore della cooperativa che si occupa di portare a scuola nostro figlio: non ci viene permesso, ad esempio, di poter cambiare persona se vediamo che nostro figlio non si trova bene per diversi motivi. Questi dipendenti peraltro spesso sono anche precari e non sono motivati nel fare il proprio lavoro”.

Stefania Cantone, madre di un ragazzo di 17 anni che frequenta il secondo anno di un liceo artistico, con tetraparesi distonica che gli impedisce di parlare, non può mangiare da solo e usa il pannolone, è molto stanca di subire questi continui “tira e molla”. “Nel periodo natalizio non ci era stato detto nulla, poi veniamo a sapere che dal 31 gennaio verranno interrotti i servizi fondamentali per mio figlio che ha bisogno di tante cose per frequentare la scuola insieme ai suoi compagni. Ha necessità di un operatore che lo aiuti a comunicare con gli altri e che lo possa portare in bagno. Stiamo forse giocando con i diritti delle persone? Cosi si rischia di rovinare ragazzi come lui che invece hanno bisogno, soprattutto a scuola, di figure professionali fondamentali per la sua crescita personale. Se mio figlio non potrà più andare a scuola perché mancano queste figure – spiega Cantone – bloccano anche la nostra vita di genitori perché ovviamente non potremo lasciarlo a casa da solo. Ditemi se possiamo accettare tutto questo. Invece di migliorare, purtroppo sembra che le cose peggiorino”.