Società

“Noi e i nostri nonni con lo stesso desiderio: lavorare la terra. Curiamo semi e frutti come se fossero figli”

Eleonora e Marianna Dori sono due sorelle toscane di 32 e 28 anni originarie della provincia di Grosseto. Hanno deciso di prendere in mano l'azienda di famiglia, nata nel 1958. “Abbiamo respirato questa passione fin da bambine. La scelta era già dentro di noi"

“Lavorare la terra per noi significa essere libere, volare con la fantasia, fare quello che si desidera. Anche se è molto faticoso e a volte le scelte non corrispondono alle aspettative”. Eleonora e Marianna Dori sono due sorelle toscane di 32 e 28 anni originarie della provincia di Grosseto. Dopo il diploma in ragioneria hanno provato a inserirsi nel mondo del lavoro. “Fatte alcune esperienze, però, ci siamo rese conto che la nostra aspirazione coincideva con quella dei nostri nonni. Così siamo ritornati alla terra”. E così oggi gestiscono in prima persona i 70 ettari dell’azienda di famiglia, nata nel 1958.

“Io mi son messa al lavoro una volta finiti gli studi”, racconta Marianna. Eleonora, invece, ha provato a fare per qualche tempo la segretaria in uno studio notarile, rendendosi conto che “la libertà di un lavoro autonomo non ha prezzo”. E così ha deciso di dedicarsi completamente alla sua terra. Ripensamenti? Mai. “E da parte dei nostri amici nessuna reazione stupita, era una decisione scontata per chiunque ci conoscesse”.

La passione per l’agricoltura e la terra vengono da lontano e sono state tramandate a Eleonora e Marianna dai nonni, che hanno lavorato nei mercati per oltre 60 anni. “Si svegliavano al mattino all’alba per finire di raccogliere la frutta e la verdura che non erano riusciti a raccogliere la sera prima – ricorda Eleonora –. Portavano i lori prodotti con un carretto trainato da una bicicletta facendo 15 chilometri al giorno”.

Con il passare degli anni la guida dell’azienda è passata nelle mani di Moreno, il papà, aiutato da mamma Gloria: con loro è cresciuta la produzione di ortaggi e frutta con l’impianto di serre non riscaldate, una parte del terreno è stata dedicata agli ulivi e un’altra ai frutteti con la produzione di olio e frutti vari: pesche, susine, albicocche e fragole. “Abbiamo respirato questa passione fin da bambine. La scelta era già dentro di noi. Abbiamo deciso insieme di lavorare in campagna e portare avanti la nostra azienda, rigorosamente a conduzione familiare”.

Difficoltà? Parecchie. “Abbiamo avuto tantissimi problemi per le lentezze e le complicazioni che genera la burocrazia che esiste nel nostro Paese, soprattutto quando nel 2015 abbiamo deciso con l’approvazione dei nostri genitori di metterci in proprio e di fondare la società (La Salica) – raccontano –. La burocrazia è il male assoluto per chi vuole intraprendere un’attività imprenditoriale. Noi abbiamo una fortuna, la Regione Toscana sta facendo tantissimo per i giovani che vogliono iniziare nel mondo dell’agricoltura e siamo riusciti a rientrare in un bando. Non immaginiamo gli altri”.

Per Eleonora e Marianna non è stato facile abituarsi alle levatacce del mattino, “ma una volta fatto il callo è bello vedere l’alba – continuano – ascoltare il canto del gallo e lavorare insieme a tutti i componenti la famiglia, dai nonni ai nostri genitori”. E c’è un sogno nel cassetto che si sta per realizzare: un agriristoro basato sulla cucina maremmana che utilizza rigorosamente prodotti stagionali e a chilometri zero. Eleonora e Marianna sono riuscite nel 2016 ad entrare in graduatoria per il cosiddetto Pacchetto Giovani, ricevendo un grosso aiuto da parte della Regione. “Vogliamo lavorare sui sapori della cucina maremmana con pasta fatta in casa e zuppe a volontà, piatti poveri ma genuini e ricchi di sapore”, sorridono. Il nuovo locale si trova a Roselle, frazione a 3 chilometri da Grosseto. “Dovremmo iniziare la nuova attività nei primi mesi del 2019”.

Ma si può vivere lavorando la terra? “Certo – risponde Marianna –. C’è però l’incognita del tempo: il cielo è bello ma anche pericoloso. Pioggia, vento e gelo sono i nostri nemici. Noi cerchiamo di superarli con la calma e le preghiere”. Consigli? Avere tanta pazienza, non abbattersi alle prime difficoltà: “Ma la cosa più importante è avere passione, senza di quella inutile iniziare il cammino”. Per Eleonora e Marianna il momento più bello è quello della semina. “Piantiamo i semi e raccogliamo i frutti che ogni giorno curiamo come fossero nostri figli – concludono –. Lavorare la terra è duro, non lo nascondiamo: ma se fatto con passione questo lavoro dà tante soddisfazioni”.