Tecnologia

Gli smartphone con riconoscimento facciale non sono tutti uguali, la tecnologia può fare la differenza sulla sicurezza

L'esito di un test sulla sicurezza del riconoscimento facciale degli smartphone condotto dall'associazione olandese dei consumatori svela che non tutti i prodotti sono sicuri. Dipende dalla tecnologia che viene utilizzata.

Oltre all’impronta digitale, molti dei moderni smartphone offrono all’utente la possibilità di usare il riconoscimento facciale per sbloccare il sistema. Un sistema sdoganato dal Face ID di iPhone X e ormai implementato su moltissimi modelli. In passato sono stati in molti a instillare dubbi sull’effettiva efficacia di questo metodo di sblocco, e alcuni casi di errore sono emersi con test ad hoc, anche molto complessi.

L’ennesima prova di affidabilità è stata fatta dall’associazione olandese dei consumatori Dutch Consumentenbond, che ha sottoposto a un test piuttosto semplice 110 modelli di smartphone dotati di tecnologia per il riconoscimento facciale, e non sono mancate le sorprese. Il test consisteva nello scattare una fotografia in alta risoluzione delle persone abilitate a sbloccare i sistemi, e di usarla per tentare di ingannare il software.

Ebbene, in 42 dispositivi è bastata la foto per trarre in inganno il software e sbloccare il sistema. Prima di scatenare falsi allarmi, è da sottolineare che dei 110 modelli utilizzati molte erano configurazioni differenti dello stesso sistema. Inoltre, nessuno dei dispositivi caduti nel tranello era dotato di riconoscimento 3D dei volti. Hanno quindi superato la prova olandese i recenti iPhone XR, XS ed XS Max, gli Honor 10, Honor 7C, Honor 8X e Honor View 10. Successo anche per numerosi modelli Huawei (Y6, Y7, Mate 20, Mate 20 Lite e Mate 20 Pro), Lenovo (Motorola Moto G6 e Z3 in differenti versioni), OnePlus 6 e per moltissimi Samsung.

A scambiare la foto per un volto vero sono stati solo i modelli con sensori meno evoluti, che sfruttano semplicemente la fotocamera anteriore. L’elenco completo dei prodotti testati con questo sistema, dei casi di successo e di quelli di insuccesso è riportato sul sito dell’associazione olandese. In conclusione, il risultato è direttamente legato alla tipologia di tecnologia utilizzata, non a una marca o a un modello particolari.