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Battlefield V: il ritorno alla seconda guerra mondiale tra battaglie frenetiche, scenari ben curati, e qualche piccolo bug

Battlefield V è l’ultimo capitolo dell’fps/war game di Electronic Arts che, dopo essersi avventurati nel corso degli anni tra guerra in vietnam, guerre moderne, guerre futuristiche e prima guerra mondiale, torna alle origini: la Seconda Guerra Mondiale, lì dove tutto era nato con Battlefield 1942.

Proseguendo quanto già visto nel precedente Battlefield 1 (come l’interfaccia utente), da una parte troviamo le modalità Multiplayer, vero core del gioco, dall’altra non una campagna single player unica, ma 4 mini campagne che si premurano di raccontare episodi meno conosciuti della guerra, ma in una forma più “romantica” e, volutamente, senza accuratezza storica, lasciando eventualmente al player stesso, se interessato, i dovuti approfondimenti.

Le prime tre mini campagne vedono il giocatore svolgere principalmente operazioni di fanteria, richiedendo per il completamento al 100% l’utilizzo di un approccio stealth non proprio di Battlefield. Il primo racconto, Sotto nessuna bandiera, vede il giocatore vestire i panni di un ladruncolo che accetta di unirsi all’SBS (forze speciali della marina britannica) per non finire dietro le sbarre, catapultato in un’operazione segreta contro una base aerea tedesca, in una ricreazione dell’operazione Albumen che le forze britanniche lanciarono contro le basi tedesche a Creta. Nordlys invece racconta una versione alternativa dell’operazione Gunnerside, facendo impersonare al giocatore una combattente norvegese impegnata nel sabotaggio delle operazioni di produzione dei tedeschi di acqua pesante – necessaria per lo sviluppo dell’atomica – su istruzione della madre, scienziata impiegata nell’impianto di produzione. La terza storia invece è dedicata ai Tiralleurs senegalesi, combattenti africani impiegati dalla Francia anche sugli scenari europei ma poi rimossi quasi completamente dai libri di storia a guerre concluse. Vede il giocatore, inizialmente dispiegato per assumere ruoli più umili, partecipare all’espugnazione di una roccaforte delle armate del Reich, riuscendo lì dove i soldati francesi avevano fallito.

La quarta mini campagna, l’Ultimo Tiger, è arrivata due settimane dopo il lancio, evede il giocatore per la prima volta impersonare i panni di un soldato dell’Asse, nella fattispecie il comandante di un carro Tiger tedesco, in uno scenario che riproduce la Sacca del Ruhr, con la maggior parte degli obbiettivi da svolgersi alla guida del carro stesso, nel tentativo – invano – di respingere le forze alleate, mentre la cieca fedeltà dei soldati tedeschi va man mano svanendo. Filo conduttore di tutti e quattro gli episodi è il tentativo di presentare al giocatore le difficoltà e le crudeltà che i combattenti della Seconda Guerra Mondiale hanno vissuto, creando un legame empatico con i protagonisti che si ritrova a impersonare, inclusi il comandante Müller e l’equipaggio al suo comando.

Il multiplayer di Battlefield V si articola invece tra 5 modalità indipendenti (Conquista, Dominio, Prima Linea, Sfondamento e Deathmatch a Team) e le Operazioni su Vasta Scala – partite giocate su più scontri e articolati fra le varie modalità, dove il risultato di ogni scontro può portare dei bonus a quello successivo – vedendo i giocatori (fino a 64 per partita) poter scegliere tra 4 classi (Assalto, Medico, Supporto e Ricognitore), ognuno con particolari punti di forza e utilità, oltre ad avere a disposizione, a seconda della mappa, varie tipologie di mezzi dell’epoca fedelmente riprodotti: si parte con semplici trasporti, per arrivare a varie tipologie di carri ed aerei.

Molto curati a nostro parere gli scenari offerti dalle mappe (attualmente 9) che spaziano tra i deserti di Hamada e Aerodromo, le campagne francesi di Arras e Acciaio Fuso, l’ambiente urbano di Rotterdam nelle sue due versioni (pre e post bombardamenti tedeschi) e le nevi norvegesi di Narvik e Fjell, ma il loro vero punto forte è il livello di distruzione offerto dal motore di gioco, il quale permette alle mappe di evolvere durante il corso della partita, vedendo alberi ed edifici crollare sotto i colpi degli esplosivi e dei carri, mentre i soldati di Asse ed Alleanza partecipano a frenetiche battaglia.

Fulcro del gameplay multiplayer di Battlefield V, come dei suoi predecessori, è il gioco di squadra: potete in singolo essere i migliori, essere il one man army per definizione, ma senza un minimo di collaborazione con i compagni di schieramento, e sopratutto di gruppo/squad (microunità di max 4 giocatori in cui sono suddivisi i giocatori del team), diventa difficile completare gli obiettivi richiesti per la vittoria. Per incentivare la collaborazione, anche tra player che non si conoscono, il gioco da parte sua offre dei punti bonus alle giocate di gruppo, vedendo la possibilità anche per i non medici di riportare in vita i compagni di squadra (i medici possono invece aiutare tutti gli alleati), dando al capo squadra la possibilità di indicare l’obbiettivo da seguire tramite l’interfaccia del gioco stesso e di richiedere degli aiuti (munizioni, mezzi o bombardamenti).

Parlando delle classi, l’Assalto tende forse a mostrarsi un po’ più forte delle altre, grazie sopratutto ad un arsenale vario che permette, man mano si sbloccano le varie armi, di adattarsi molto di più alle situazioni, avendo la possibilità di dire la propria anche contro i mezzi grazie agli accessori come Panzerfaust, dinamite, lanciagranate e mine. Questo non vuol dire però che le altre classi non siano necessarie: un buon bilanciamento nelle distribuzione delle classi tra i membri della fazione aiuta nella vittoria. Il supporto offre fuoco più pesante, utile per la soppressione, oltre a rifornire i compagni di munizioni, il medico può distribuire i medipack per le cure agli alleati, oltre a poterli riportare in vita, il ricognitore permette di colpire i nemici alla distanza, oltre a poterli segnalare agli alleati.

Nel suo complesso l’esperienza online del titolo EA è abbastanza intensa e godibile, supportato da un ottimo comparto sonoro, vedendo nel passare da una mappa e modalità alla successiva cambiare l’approccio necessario a vincere. Battlefield V non è certamente esente da difetti: il più evidente lo si trova nella gestione dei corpi dei soldati uccisi, che a volte assumono posizioni strane o finiscono per essere parzialmente posizionati dentro muri e altri ostacoli, mentre durante la nostra prova è pure successo di vincere comunque una battaglia nonostante fossero finiti i rientri a disposizione della nostra fazione (punteggio che determina la possibilità di schierare i propri soldati) .

Va detto che fin dall’uscita il team di Dice è al lavoro sia per risolvere le problematiche evidenziate dai giocatori, sia per introdurre nuovi contenuti e mappe lungo il corso della vita del gioco (senza costi aggiuntivi per i player), vedendo già aggiunte la nuova mappa Panzerstorm, la “campagna” multiplayer Venti di Guerra (con nuovi obbiettivi e reward settimanali), l’area d’addestramento , dove poter mettersi alla prova con armi e mezzi senza la noia degli avversari. Infine il già citato quarto episodio single player, mentre è programmato per inizio 2019 il debutto della modalità BattleRoyale, ormai diventato un must – purtroppo – sull’onda del successo di PUBG prima e Fortnite dopo. Se cercate uno sparatutto su larga scala, che vi porti a giocare partite frenetiche, magari in compagnia di amici, Battlefield V non vi deluderà.

La prova è stata effettuata su PC