Cronaca

Discoteca Corinaldo, 7 indagati nel filone che riguarda il locale. L’ottavo è il 15enne che avrebbe usato lo spray urticante

Il minorenne è già stato fermato per droga ed è stato identificato solo sulla base di "tre testimonianze, ma in modo generico", come ha specificato la pm per i minori Giovanna Leboroni. Non ci sono video che lo riprendono al momento del fatto. Ma la magistratura ordinaria indaga anche sui 4 proprietari dell’immobile e su tre soci

C’è un minorenne indagato per omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e colpose: è colui che  secondo alcuni testimoni la notte tra venerdì e sabato avrebbe spruzzato lo spray urticante all’interno del Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, scatenando il caos e provocando il fuggi fuggi che è costato la vita a sei persone. Ma ci sono anche altri sette indagati dalla magistratura ordinaria per concorso in omicidio colposo aggravato nel filone che riguarda il locale, come ha spiegato la procuratrice capo di Ancona, Monica Garulli, nel corso della conferenza stampa che ha fatto il punto sulle informazioni ad oggi in mano agli inquirenti su quanto successo nella notte tra venerdì e sabato scorso. Si tratta, ha aggiunto, dei “quattro proprietari dell’immobile e tre soci, di cui uno anche amministratore della società” che gestisce la discoteca.

Il minorenne indagato: “Atto dovuto”
Il minorenne, 15 anni, è già stato fermato per droga e in casa, in un residence sulla costa, gli investigatori hanno trovato eroina, cocaina e contanti. Il ragazzo è stato identificato solo in base alle testimonianze di altri minorenni che erano nel locale: non ci sono infatti né video in cui compare né immagini del momento in cui sarebbe stata utilizzata la bomboletta. Il fermo, per il momento è legato solo alla detenzione di stupefacenti. “C’è un minorenne indagato, ma è solo un atto dovuto perché è tutto da vedere. La consistenza indiziaria sarà tutta da valutare“,  ha detto Giovanna Leboroni, procuratrice per i minori delle Marche, in conferenza stampa ad Ancona. “È stato chiamato in causa da tre testimoni, ma in modo generico”, ha chiarito la pm, specificando anche che si indaga “per omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e colpose”. 

Ipotesi di una banda: “Per ora non ci sono evidenze”
Nelle ore successive, altre due persone sono state fermate. Anche nei loro confronti l’accusa ipotizzata al momento è quella di possesso di droga ma non è escluso che possa cambiare nelle prossime ore. “Per ora non ci sono evidenze di una banda“, ha però specificato Leboroni, commentando l’’ipotesi che alla Locanda Azzurra fosse presente una banda di giovani dedita alle rapine nei confronti di coetanei e che potrebbe aver utilizzato lo stratagemma dello spray urticante per coprirsi la fuga. “Due persone avrebbero dichiarato di essere state derubate, il che potrebbe rendere plausibile la tesi dell’utilizzo di una sostanza urticante con finalità predatorie, ma è un’ipotesi che stiamo verificando“, ha poi aggiunto la procuratrice Garulli.

“A terra trovata bomboletta spray, possibile concausa”
Il comandante provinciale dei carabinieri, Cristian Carrozza, per tutta la giornata di domenica 9 dicembre ha affermato che “quella dello spray non è l’unica pista da seguire”. Alcune persone presenti nel locale hanno parlato di “un fumogeno” e, inoltre, non è ancora stata scartata la possibilità che “l’odore acre” sentito da tanti ragazzi sia stato provocato da una rottura dell’impianto che diffonde il fumo bianco, utilizzato nelle discoteche per creare l’effetto nebbia. Solo dopo gli accertamenti tecnici sarà possibile affermare con certezza cosa abbia provocato la sensazione urticante avvertita da molti testimoni. “Decine di persone sono concordi nel dire che all’improvviso è stato cosparso qualcosa nell’aria. A terra è stata trovata una bomboletta di spray al peperoncino. Questo ci induce a pensare che sia una possibile concausa dello spargimento della sostanza irritante, ma non esclude che ce ne possano essere state altre“, ha detto la pm Leboroni.

Il filone d’indagine sulla sicurezza del locale
Intanto gli investigatori stanno continuando a lavorare sull’altro filone che riguarda la sicurezza del locale e il numero di persone presenti. Proprio sul numero di persone che aspettavano il dj set Sfera Ebbasta, infatti, ci sono ancora molte incertezze. In un primo momento sia il premier Giuseppe Conte che il ministro dell’Interno Matteo Salvini, entrambi in visita sul luogo della strage, avevano parlato di circa 1400 biglietti venduti, poi la smentita dei carabinieri che hanno parlato di un numero più basso. “La quantità fornita ieri si basava sul numero delle matrici e ora dovremmo capire perché c’erano numeri così elevati – ha spiegato Carrozza – In realtà i biglietti venduti sono stati 680, quelli staccati quasi cinquecento. La capienza della sala del concerto è di 459 persone ed erano aperte le due sale al piano terra, mentre quella interrata non era fruibile”. Tutti i dati sono però ancora da confermare. Diversi ragazzi, infatti, hanno raccontato di essere entrati senza biglietto.

Gli investigatori, infine, indagano anche sulla sicurezza del locale. Secondo il sindaco di Corinaldo, Matteo Principi, che ha concesso le autorizzazioni, “il locale era a norma” e aveva ricevuto l’autorizzazione “dopo una serie d’interventi per migliorare l’impiantistica di sicurezza“.