Attualità

Matteo Salvini risponde a Nanni Moretti: “E’ tornato il regista radical chic che mi affianca a un dittatore sanguinario. Quanta pazienza…”

Il nuovo film documentario di Nanni Moretti racconta il golpe cileno dell'11 settembre 1973, un colpo che mise fine al governo di Allende con l'arrivo al potere del dittatore sanguinario Pinochet: "Mentre giravo me lo chiedevano spesso e non sapevo cosa rispondere. Poi finite le riprese, è diventato ministro dell’Interno Matteo Salvini e allora ho capito perché ho girato quel film. L’ho capito a posteriori”, ha detto al Venerdì di Repubblica

Dal 6 dicembre sarà nelle sale “Santiago, Italia”, il nuovo film documentario di Nanni Moretti che racconta il golpe cileno dell’11 settembre 1973, un colpo che mise fine al governo di Allende con l’arrivo al potere del dittatore sanguinario Pinochet. Il regista intervistato dal Venerdì di Repubblica alla domanda sul perché avesse scelto proprio questo argomento aveva risposto tirando in ballo un parallelismo con la situazione italiana: “Mentre giravo me lo chiedevano spesso e non sapevo cosa rispondere. Poi finite le riprese, è diventato ministro dell’Interno Matteo Salvini e allora ho capito perché ho girato quel film. L’ho capito a posteriori”.

Una dichiarazione che ha non ha lasciato indifferente il vicepremier leghista che su Facebook ha replicato a tono: “È tornato il regista radical-chic e mi affianca a un dittatore sanguinario. Quanta pazienza… Comunque, anche a Nanni inviamo un bacione”. “Ci sono forze politiche che vengono votate non nonostante la loro violenza verbale- ma proprio perché ne fanno uso. La solidarietà, l’umanità, la curiosità e la compassione verso gli altri sembrano essere bandite. C’è uno slittamento progressivo ma inarrestabile verso la mancanza di umanità“, aveva detto Moretti nel corso dell’intervista alludendo ancora alla Lega e al Movimento 5 Stelle.

Il regista di “Caro Diario” non risparmia nemmeno il Pd duranta la sua ospitata a Che tempo che fa: “A chi direi di dire qualcosa di sinistra? Parlando di immigrazione è stato molto brutto negli anni scorsi vedere il Partito democratico non fare quella battaglia giusta di civiltà, quella battaglia umana per la riforma di cittadinanza, il così detto Ius Soli per dare la cittadinanza a bambini nati in Italia oppure che hanno fatto 5 anni di studi.  Sono bambini, ragazzi italiani che parlano italiano, parlano anche i nostri dialetti. Ecco tu in questo modo non gli dai un’identità, quella è stata una battaglia non fatta ed è stato veramente un errore per me vergognoso e incomprensibile”.

Moretti rivolgendosi a Fazio si scalda: “Tu mi dirai: ma perché ti accalori tanto? Siccome sono rimasto uno dei pochi elettori fedele al Partito Democratico allora mi inca***o. Non sono stati capaci di raccontare che una cosa erano gli sbarchi tutta un’altra cosa la riforma della cittadinanza con cui dare un’identità a bambine e bambini italiani che ora sono senza identità”, ha concluso il regista.