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Inceneritori Campania, scontro Lega-M5s. Salvini: “Farli, coi ‘no’ vince la camorra”. Ma Di Maio: “E’ business per i clan”

Il vicepremier leghista rilancia sulla costruzione dei termovalorizzatori: "Occorre il coraggio di dire che ne serve uno per ogni provincia. Non vorrei doverli imporre". Di Maio: "Non sono nel contratto. Quando si parla di terra dei fuochi si dovrebbero tener presenti storia e difficoltà di questo popolo. Il disastro è dovuto ai rifiuti tossici". M5s fa blocco contro l'idea di Salvini. Costa: "Quando si arriva all'inceneritore, il ciclo dei rifiuti è fallito"

La maggioranza litiga sui termovalorizzatori in Campania. Matteo Salvini da Napoli dice che “ne serve uno in ogni provincia” e, se gli enti locali diranno no, si attiverà il governo. Ma il M5s non lo segue, anzi. Sui rifiuti i Cinque Stelle hanno sempre predicato tutt’altro e così, dopo le parole del vicepremier leghista, si muove direttamente Luigi Di Maio richiamando il contratto di governo dove non si parla di nuovi inceneritori, che con la crisi rifiuti in regione “non c’entrano una beneamata ceppa”. E alle sue spalle si agita una folta truppa dei Cinque Stelle.

Tutti contro. Salvini insiste: “Con no gestisce la camorra”
C’è il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che bolla quelle di Salvini come “provocazioni”, e pure il presidente della Camera, Roberto Fico, per il quale “occorrono sistemi nuovi” e il Viminale “ha una responsabilità importante che sono certo saprà fronteggiare molto meglio di come ha fatto finora”, ovvero quella degli incendi degli impianti, con molteplici casi negli ultimi mesi. Lapidari i parlamentari pentastellati della commissione Ambiente della Camera: “Il contratto parla chiaro a pagina 11”, quella appunto dedicati al “superamento degli inceneritori”. Ma Salvini non arretra e alimenta il dibattito tirando in ballo la criminalità organizzata, ma prova a spostare il ‘fuoco’ della questione sul sindaco di Napoli e l’ente guidato da Vincenzo De Luca: “Con i ‘no’ non si va da nessuna parte, questo vale soprattutto per gli enti locali: vale per i sindaci e la Regione che hanno detto no, no e no, e i rifiuti cosa facciamo? Li facciamo gestire dalla camorra? Non penso”. E allora interviene anche Nicola Morra, neo-presidente della commissione Antimafia: “Come rivelano diverse inchieste, la camorra si è sempre interessata della gestione rifiuti inclusa la costruzione di inceneritori“. Un concetto ripreso anche da Di Maio, che postando alcuni articoli sugli interessi del clan Mallardo sull’inceneritore di Giuliano dice: “Questo è il passato che non vogliamo più. Il futuro che vogliamo in tutta Europa è senza inceneritori e senza camorra”.

“Se produci, devi smaltire. Non vorrei doverli imporre”
Tutto inizia durante la visita del capo del Viminale nel capoluogo campano, dove ha partecipato al comitato per l’ordine e la sicurezza. Ricordando che “a metà gennaio va in manutenzione l’unico termovalorizzatore della regione”, Salvini ha parlato “in pratica una emergenza annunciata”. Quindi la proposta: “Occorre il coraggio di dire che serve un termovalorizzatore per ogni provincia perché se produci rifiuti li devi smaltire”. Rispetto all’emergenza del 2008, secondo il leader della Lega, “si è tornati indietro” e non c’è “nessun miglioramento”. Anzi, “c’è veramente una incapacità folle” nell’affrontare il tema. E se qualcuno è contrario ai termovalorizzatori, come il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, “se li mangi, i rifiuti” anche perché “non vorrei doverli imporre”.

Di Maio a muso duro: “Non sono nel contratto”
Passano dure ore e Di Maio risponde, senza citarlo. Ma le parole del capo politico dei Cinque Stelle ha un solo destinatario possibile: “Quando si viene in Campania e si parla di terra dei fuochi si dovrebbero tener presenti la storia e le difficoltà di questo popolo”, scrive in un post su Facebook. “La terra dei fuochi è un disastro legato ai rifiuti industriali (provenienti da tutta Italia) non a quelli domestici – aggiunge – Quindi gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa e tra l’altro non sono nel contratto di governo”. Nel quale invece ci sono “lotta alla contraffazione, contrasto alle organizzazioni criminali, video-sorveglianza del territorio, bonifiche ed economia circolare“, elenca Di Maio. Aspetti, questi, che “stiamo affrontando con il ministero dell’Ambiente di questo governo”, sottolinea.

Salvini a De Magistris: “È contrario? Se li mangi”
Salvini, rispondendo a una domanda sulla contrarietà di De Magistris alla costruzione di inceneritori, aveva tra l’altro detto: “Non vorrei doverli imporre, abbiamo sentito tutto. Se c’è di mezzo la salute dei bimbi e c’è incoscienza da parte di pubblici amministratori allora si può anche imporre”. Per il ministro dell’Interno, “stiamo parlando della salute di milioni di persone” e quindi “se trovano una localizzazione bene, altrimenti ci pensiamo noi”. E quindi se il sindaco è contrario “se li mangi, i rifiuti”. Perché, conclude Salvini, “anche se non sono ministro dell’Ambiente e della Salute mi preoccupo e mi arrabbio da padre di famiglia”.

Costa: “Con inceneritori è fallimento”
Ma i Cinque Stelle non lo seguono affatto. A cominciare da Sergio Costa, il ministro competente in materia, che si schiera apertamente con Di Maio. L’ex generale del Noe dei carabinieri, impegnato per anni proprio nella terra dei fuochi, condivide il post del leader M5s e rilancia: “Stiamo lavorando ogni giorno per portare l’Italia, e non solo la Terra dei Fuochi, fuori dall’ormai cronico ritardo nella gestione del ciclo dei rifiuti. Stiamo completamente ribaltando il paradigma economico, come anche prescritto nel contratto di governo. È l’impegno quotidiano del ministero dell’Ambiente”. Costa, poi, entra nel merito: “Quando arriva l’inceneritore, o termovalorizzatore, il ciclo dei rifiuti è fallito”.

Le quattro R del ministro
Ed elenca i paletti attorno ai quali si sta orientando l’azione dell’Ambiente: “Riduzione, riuso, recupero, riciclo, sono le quattro R che devono diventare un mantra per tutti. I rifiuti possono essere una risorsa: per l’ambiente e per l’economia – spiega – Chi non è in sintonia con queste direttrici vive in un’epoca passata”. Per questo, conclude, “abbiamo creato una competenza apposita sull’economia circolare” e “stiamo scrivendo le norme per regolamentare l’end of waste“.

Parlamentari M5s: “Contratto parla chiaro”
Stessa linea dei parlamentari del M5s della commissione Ambiente della Camera: “Sia il contratto di governo che punta al superamento degli inceneritori non a costruirne di nuovi, che i numeri della produzione dei rifiuti in Campania e lo stato d’avanzamento della raccolta differenziata nella Regione, escludono industrialmente la realizzazione di nuovi impianti incenerimento”. L’accordo sul quale è nato il governo Lega-M5s, spiegano, “parla chiaro” a pagina 11 nella quale si legge che l’esecutivo punterà a “una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica e incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti”.

La risposta di Salvini: “In Lombardia 13, lì uno”
Un fuoco di fila davanti al quale Salvini non arretra: “Con i ‘no’ non si va da nessuna parte, questo vale soprattutto per gli enti locali: vale per i sindaci e la Regione che hanno detto no, no e no, e i rifiuti cosa facciamo? Li facciamo gestire dalla camorra? Non penso”, rincara. “Non vorrei che tra due mesi Napoli e la Campania avessero un’emergenza sanitaria – aggiunge – Nel contratto di governo si parla di soluzione al problema dei rifiuti. I rifiuti o spariscono, evaporano, o li mangiamo o li valorizziamo, o li inceneriamo o li mettiamo in discarica“. In Lombardia, insiste il vicepremier, “ci sono 13 termovalorizzatori e in Campania uno, e il rischio sanitario è in Campania”. Il contratto di governo, ha ribadito Salvini, “l’ho letto e riletto e l’ho scritto. Qua c’è da dare risposte alle mamme, ai papà e ai bambini che non meritano di pagare tasse sui rifiuti e di morire tra i roghi tossici”.

Morra: “La camorra interessata agli inceneritori”
Così interviene anche Nicola Morra: “Nel gennaio 2016 il pentito del clan Mallardo, Giuliano Pirozzi parlando nel processo di camorra a carico di Michele Di Nardo e Raffaele Mallardo, rivelò che la cosca giuglianese aveva puntato i suoi interessi sulla costruzione dell’inceneritore di rifiuti a Giugliano – ricorda l’esponente 5s, appena eletto alla presidenza della commissione Antimafia – Una vicenda del 2012, raccontò ai magistrati, quando fu convocato dall’allora luogotenente del clan Raffaele Mallardo detto ‘Cicchirocco’. I boss, stando a quanto detto dal pentito, volevano mettere le mani sull’affare da 400 milioni che prevedeva la costruzione dell’impianto”. Quindi il senatore calabrese avverte: “È necessario approfondire e studiare le tematiche complesse che legano la criminalità organizzata alla gestione dei rifiuti – dice – Sarà mio compito far sì che la commissione Antimafia insieme alla commissione d’inchiesta sui Rifiuti faccia luce su questi legami e intrecci perversi che avvelenano la vita delle persone, inclusi gli interessi che sussistono sulla costruzione d’inceneritori e delle discariche”.