Diritti

Disabili, le organizzazioni: “Aumento dei fondi in manovra? Non basta. Al Sud smantellate le prestazioni territoriali”

Vincenzo Falabella, presidente della Fish: "Apprezziamo l'impegno ma è insufficiente. Giallo sulle risorse per il Dopo di noi". Il presidente di Tutti a Scuola Toni Nocchetti, tra i promotori di una manifestazione di protesta che si è svolta il 7 novembre a Napoli: "Ore di sostegno insufficienti, barriere architettoniche, troppi insegnanti non specializzati e forti carenze per l’assistenza specialistica alle persone"

Bene l’aumento dei fondi per la non autosufficienza e per le politiche per la famiglia. Ma gli impegni presi dal governo nella legge di Bilancio per il 2019 non bastano ancora, secondo le associazioni che difendono i diritti delle persone con disabilità. Che chiedono di investire di più ma anche di garantire una “programmazione pluriennale e un confronto continuo tra il ministero della Disabilità e il variegato mondo dell’associazionismo”. Allo stesso tempo, aggiungono, le Regioni stanno erodendo il sistema di welfare locale costruito negli ultimi decenni con la professionalità, tra gli altri, di migliaia di operatori sociali, educatori, psicologi e assistenti personali.

“Apprezziamo l’impegno del governo di aumentare di 100 milioni le politiche per la Famiglia“, dice al Fatto.it Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish). “E di incrementare di altri 100 milioni il Fondo per la non autosufficienza che arriva così a 570 milioni di euro circa. Ci sono poi 120 milioni in più per le Politiche sociali che a regime arriveranno a 400 milioni. E sono stati confermati i 75 milioni per il trasporto degli alunni con disabilità, ma restano insufficienti. Vi è poi una proiezione, però solo dal 2022, di un aumento sui caregiver di 5 milioni, cosi il fondo dovrebbe passare a 25 milioni di euro, ma è ancora troppo poco per coprire tutti i bisogni”.

Il giallo del fondo Dopo di noi –  “Abbiamo riscontrato – aggiunge però Falabella – che c’è un probabile errore di trascrizione, non essendoci nessuna somma da destinare alla legge 112/2016 conosciuta come Dopo di noi per l’anno 2019. Il capitolo era stato finanziato con la legge di Stabilità del 2017 che prevedeva per il triennio 2018-2020 un impegno di spesa di 51 milioni, 51 milioni e 56 milioni”. Dal ministero della Famiglia e della Disabilità, scrive Vita.it, assicurano che è “confermato lo stanziamento in essere e che a dicembre verrà convocato un tavolo tecnico dedicato alla legge 112/2016”. La questione è controversa e a settembre aveva suscitato polemiche sulle responsabilità politiche dei tagli, per l’effettiva assegnazione dei fondi stanziati in un primo momento e poi tagliati di 10 milioni complessivi dal governo Gentiloni, come emerso soprattutto grazie alla denuncia della Lega per i diritti delle persone con disabilità. “Al di la delle cifre che comunque non bastano – spiega Falabella – occorre ora la necessità di un adeguato monitoraggio e verifica sull’impiego reale ed efficace di questi Fondi che auspichiamo vengano inseriti in questa legge di Stabilità come promesso. In particolare, sulla non autosufficienza sarebbe più che opportuno delineare un Piano dettagliato e Livelli essenziali di assistenza uguali per tutti, in modo da evitare disparità territoriali quanto mai evidenti e da eliminare al più presto”.

“14mila insegnanti da destinare al sostegno. Ripartano i lavori dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità” – Esprime “soddisfazione per il lavoro che stiamo facendo e dello spirito di collaborazione che abbiamo potuto riscontrare nei referenti istituzionali con cui ci confrontiamo quasi quotidianamente” il presidente della Federazione tra le associazioni nazionale di persone con disabiltà (Fand), Franco Bettoni, tra i primi ad aver incontrato negli uffici del nuovo dicastero della Famiglia e Disabilità il ministro Lorenzo Fontana. Bettoni dice al Fatto.it che “le criticità da gestire sono tante e su tanti fronti diversi: ci vorrà quindi impegno, tempo e pazienza per riuscire ad affrontarle tutte, ma sono fiducioso. Per esempio, per quel che mi risulta sull’inclusione scolastica è stata avviata la procedura per l’abilitazione di 14mila insegnanti da destinare al sostegno, con la prospettiva di raddoppiarne il numero in tempi brevi”. Quello che auspica di più al momento è “la ripresa dei lavori dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità che si è riunito una sola volta ad ottobre 2017 ed ha poi interrotto le sue attività a causa della crisi di governo e del successivo cambio: sarebbe quanto mai opportuno che si rimettesse mano a quel II programma d’azione biennale per verificare quanto è stato attuato e quanto ancora rimane da fare, sarebbe certamente un buon punto di partenza per avviare delle riforme strutturate e condivise anche dal mondo della disabilità”. Insomma il motto “Nulla su di noi, senza di noi” sembra essere il faro d’azione del presidente della Fand. Ma il cambio di marcia sulla disabilità promesso sia da Salvini che da Di Maio in campagna elettorale ci sarà? “Sono fiducioso. Il Disegno di legge di bilancio – dice Bettoni – è stato adesso trasmesso alla Camera dei deputati per la discussione in Commissione bilancio e approderà in aula per fine novembre, ma abbiamo ricevuto ampie rassicurazioni circa il fatto che gli aumenti delle risorse promessi vengano mantenuti e concretamente attuati”.

La protesta a Napoli: “I continui tagli al sociale colpiscono i più deboli” – Su posizioni molto critiche riguardo alle “non-azioni a beneficio dei disabili” dell’esecutivo giallo-verde è invece il presidente di Tutti a Scuola. “Il cosiddetto ‘Governo del cambiamento’ ad oggi non ha fatto investimenti significativi ulteriori per sostenere le persone con disabilità”, dice a Ilfattoquotidiano.it il numero uno dell’associazione Toni Nocchetti. Nocchetti è stato tra i principali organizzatori della manifestazione del 7 novembre con presidio finale tenutosi in Piazza del Plebiscito a Napoli, intitolata “Il welfare non è un lusso”. “La scuola dell’inclusione per oltre 250mila alunni con disabilità resta ancora un’avventura per le famiglie alle prese con ore di sostegno assolutamente insufficienti, numerosissime barriere architettoniche, troppi insegnanti non specializzati e forti carenze per l’assistenza specialistica alle persone. Il fondo per l’autismo – precisa uno degli ideatori della mobilitazione del Terzo settore napoletano alla quale hanno aderito, tra gli altri, anche il gruppo Gesco, Federconsumatori Campania e Legacoopsociali Campania – risulta essere un misero e inutile obolo che non affronta nemmeno in minima parte le difficoltà delle oltre 400mila famiglie con figli autistici; la legge sui caregiver (quasi sempre si tratta di un familiare assistente personale, ndr) attesa da oltre 20 anni rimane una speranza senza risposte all’altezza della questione. Inoltre la legge sul Dopo di noi andrebbe finalmente finanziata adeguatamente per permettere a tutte le famiglie delle persone con disabilità di invecchiare e morire senza il terrore di abbandonare il proprio figlio”.

“Al Sud smantellamento delle prestazioni territoriali socio-sanitarie” – Secondo alcune associazioni contattate dal Fatto.it “sono a rischio anche i Livelli essenziali di assistenza (Lea) che vengono messi in discussione dai continui tagli al Sistema sanitario nazionale che stanno penalizzando soprattutto i cittadini del Sud”. Anche “la pur giusta misura del Reddito di cittadinanza, così come progettata dall’attuale Governo, rischia di rivelarsi come uno strumento per liquidare i più deboli con il solo sostegno economico minimo senza prevedere un’adeguata offerta strutturata e continuativa di servizi sociali, sanitari ed educativi”. L’accento viene posto da Nocchetti sulle disparità territoriali, aggravate ancora di più dalla crisi economica, tra le aree più ricche e quelle più disagiate dell’Italia. “La riorganizzazione del Ssn nelle Regioni sta causando lo smantellamento del sistema delle prestazioni territoriali e rinnegando il valore dell’integrazione socio-sanitaria, in particolare nell’ambito dei servizi per gli anziani non autosufficienti, le persone con disabilità, la salute mentale e le tossicodipendenze. Ancora una volta – termina il presidente di Tutti a scuola – a essere penalizzati sono i più deboli. Altro che ‘Governo del cambiamento’”.