Politica

Prescrizione, la guerra a bassa intensità della Lega: emendamenti per cancellare tutta la riforma Anticorruzione

La modifica allo "Spazzacorrotti" ha scatenato il Carroccio sia a livello verbale che operativo. Alle dichiarazioni critiche di ministri e leader si sono aggiunti gli emendamenti presentati in commissione dai parlamentari: se fossero approvati tutti cancellerebbero otto articoli su undici del ddl. In più ci sono le proposte provocatorie: come quella per obbligare i movimenti a dotarsi di uno statuto come i partiti. Il sottosegretario M5s Ferraresi: "Vogliono annacquare norme che ci chiedono i cittadini"

Via la possibilità di utilizzare l’agente sotto copertura per le indagini sui reati contro la pubblica amministrazione. Via anche il tanto pubblicizzato daspo a vita per i corrotti e cancellare anche quelle norme che regolano l’erogazione di soldi ai partiti. Al loro posto una serie i leggine per far certificare da un notaio le votazioni online dei candidati alle elezioni, per obbligare i movimenti a dotarsi di uno statuto come tutti i partiti, per pubblicizzare ogni centesimo di euro ricevuto tramite donazione telematica. Non c’è solo il tira e molla sulla prescrizione e quello sui finanziamenti alla politica ad animare lo scontro tra la Lega e il Movimento 5 stelle. Gli emendamenti soppressivi depositati dal Carroccio al disegno di legge Anticorruzione, infatti, prevedono la quasi totale cancellazione della norma voluta dal guardasigilli Alfonso Bonafede: se passassero tutti dal ddl sarebbero eliminati otto articoli su undici. Ma non solo. Perché approfittando dell’esame in commissione dello Spazzacorrotti, gli uomini di Matteo Salvini hanno depositato una serie di modifiche che definire provocatorie è un eufemismo.

Lo racconta il Corriere della Sera, che spiega come la reazione dei leghisti sia dovuta all’ultimo emendamento depositato dal M5s all’Anticorruzione. Il testo era stato approvato il 6 settembre dal consiglio dei ministri ma la scorsa settimana il guardasigilli ha deciso di far inserire nel provvedimento una novità: un emendamento che blocca la prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Una riforma dell’istituto era prevista dal contratto di governo siglato dalle due forze di maggioranza, ma in ambienti leghisti si sono detti sorpresi dalla nuova modifica. L’emendamento è il numero 1100, è lungo 13 righe ed è firmato dai relatori in I commissione del M5s, cioè Francesco Forcinti e Francesca Businarolo.

Da quel momento i leghisti hanno ingaggiato una guerra a bassa densità. Da una parte hanno attaccato la riforma della prescrizione a mezzo stampa, cioè tramite le dichiarazioni di leader e ministri : da Salvini a Giancarlo Giorgetti fino a Giulia Bongiorno. Dall’altra sono passati al contrattacco in commissione con una serie di emendamenti che svuotano di contenuto il ddl Anticorruzione. Modifiche identiche a quelle di Forza Italia (firmate dai deputati leghisti Turri, Potenti, Paolini, Boniardi, Bisa, Tateo, Marchetti, Cantalamessa, Di Muro) che chiedeono di cancellare dall’articolo 7 all’11 del ddl, cioè tutta la parte dedicata alla trasparenza dei bilanci e dei finanziamenti dei partiti. Ma passano un colpo di spugna anche sul secondo articolo (estensione delle pene accessorie per i reati contro la pubblica amministrazione), sull’articolo quattro (divieto di benefici penitenziari per condannati per reati contro la pubblica amministrazione), sul cinque (agente sotto copertura).

Quindi ci sono le modifiche firmate da Igor Giancarlo Iezzi, fedelissimo di Salvini e suo storico compagno di pesca: vorrebbe eliminare il tetto di 500 euro per la pubblicazione dei nomi dei finanziatori ai partiti, ma anche il divieto di ricevere soldi dall’estero. Insomma se tutti gli emendamenti targati Lega venissero approvati, a passare sarebbe uno spazza Spazzacorrotti. Poi ci sono gli ememdamenti provocatori, firmati sempre da Iezzi: l’amico di Salvini vorrebbe introdurre la certificazione obbligatoria del notaio per le selezioni online dei candidati, lo statuto anche per i movimenti politici, la trasparenza massimo dei contributi ricevuti su piattaforme web. Insomma tutte leggi tagliate su misura del M5s: un vero e proprio messaggio diretto a Luigi Di Maio.

Un’operazione che provoca la replica del sottosegretario alla giustizia Vittorio Ferraresi. “Sembra che qualcuno remi contro. C’è qualcuno che non vuole che i corrotti stiano alla larga dalla cosa pubblica. C’è qualcuno che vuole annacquare norme che ci chiedono i cittadini. Si potrebbe pensare a qualcuno dell’opposizione, a qualcuno di Forza Italia. No. Invece sono alcuni deputati della Lega che hanno pensato bene di voler cancellare con propri emendamenti l’asse portante del ddl anticorruzione”, scrive su facebook l’esponente del M5s . “È chiaro che andremo avanti – aggiunge – è chiaro che non indietreggeremo di un millimetro. Lo #spazzacorrotti sarà approvato e con esso spazzeremo via anche una certa ipocrisia che ancora alberga in qualche parlamentare”.