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Prescrizione, Bonafede si scusa con gli avvocati: “Parlando di azzeccagarbugli non volevo offenderli. Frase equivocata”

Per replicare alla ministra Giulia Bongiorno - che aveva definito lo stop della prescrizione dopo il primo grado come “una bomba nucleare sul processo”- il guardasigilli aveva diffuso una nota in cui spiegava la bontà dell'emendamento al ddl Anticorruzione, suscitando le ire di penalisti e opposizione. Oggi il comunicato chiarificatore: "Intendevo richiamare la percezione che hanno i cittadini di fronte alla possibilità, per i tanti furbetti di questo Paese, di utilizzare vari espedienti e artifizi giuridici con il risultato di difendersi dal processo e non nel processo"

Li ha chiamati azzeccagarbugli, poi però si è pentito: con una telefonata e un comunicato stampa ha chiesto scusa. La battaglia sulla riforma della prescrizione attira sul ministro Alfonso Bonafede le critiche della classe professionale al quale lo stesso guardasigilli appartiene: quella degli avvocati. Il titolare del dicastero di via Arenula, infatti, per replicare alla ministra Giulia Bongiornoche aveva definito lo stop della prescrizione dopo il primo grado come “una bomba nucleare sul processo”- aveva diffuso una nota in cui spiegava la bontà dell’emendamento presentato al ddl Anticorruzione. “Deve essere chiaro – ha detto Bonafede – che siamo di fronte a una riforma epocale della giustizia penale che cambia totalmente ottica: è finita l’era dei furbi e dei loro azzeccagarbugli che mirano solo a farla franca”.

Una definizione – quella di azzeccagarbugli – utilizzata per replicare a Bongiorno, penalista di fama che proprio con la prescrizione ha vinto il più celebre dei suoi processi: quello Andreotti. Gli avvocati, però, non l’hanno presa bene e gli esponenti dell’opposizione – dal suo predecessore Andrea Orlando al magistrato/parlamentare Cosimo Ferri – ne hanno approfittato per attaccare il ministro, autore di frasi “offensive e irrispettose nei confronti di chi esercita il diritto di difesa”. Bonafede, quindi, è stato costretto a scusarsi. “Ieri, utilizzando il termine ‘azzeccagarbugli‘, intendevo richiamare la percezione che hanno i cittadini di fronte alla possibilità, per i tanti furbetti di questo Paese, di utilizzare vari espedienti e artifizi giuridici con il risultato di difendersi dal processo e non nel processo, che deve essere celere, equo e rispettoso di tutte le garanzie previste dalla Costituzione. Non era mia intenzione offendere, come è stato detto, la categoria degli avvocati e mi spiace se ho utilizzato una frase che poteva essere equivocata”, dice il ministro della giustizia. “Ho il massimo rispetto degli avvocati italiani e mi sono già impegnato a portare all’attenzione della maggioranza di governo la proposta di inserimento dell’avvocato, la cui funzione è fondamentale in uno Stato di diritto, in Costituzione”, assicura l’esponente del M5s, che ha telefonato al presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane, Gian Domenico Caiazza.

“Il ministro – fa sapere l’organizzazione dei penalisti –  ha inteso rappresentare il proprio rincrescimento per quanto accaduto sull’uso del termine azzeccagarbugli, richiamando l’attenzione sul comunicato di chiarimento che aveva da poco diffuso”. Il Presidente Caiazza, “pur manifestando apprezzamento per la telefonata e soprattutto per la disponibilità all’incontro con l’Unione delle Camere Penali Italiane”, ha ribadito che “restano fermi il profondo dissenso e l’allarme per le iniziative in tema di giustizia penale che il Ministro preannuncia ed intende praticare“. Insomma: Bonafede parli pure di azzeccagarbugli ma lasci stare la prescrizione.