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Pittsburgh, un uomo spara nella sinagoga e uccide 11 persone. L’urlo: “Tutti gli ebrei devono morire”. Poi si arrende

Il 46enne Robert Bowers si è arreso alla polizia dopo aver ferito tre agenti: si tratta di un fanatico religioso dell'estrema destra. Contro di lui presentati 29 capi d'accusa: rischia la pena di morte. Critiche a Donald Trump: "Fomenta l'estremismo di destra"

Un uomo ha aperto il fuoco nella Sinagoga Tree of Life Congregation di Pittsburgh e ha ucciso undici persone che stavano partecipando alla funzione religiosa dello Shabbat, ferendone sei. Secondo alcuni testimoni gridava “tutti gli ebrei devono morire”, e a distanza di poche ore si è chiarito che si tratta di Robert Bowers, 46 anni, un fanatico religioso dell’estrema destra. L’assalitore, 46enne, era armato con un fucile stile AR-15 ed era in possesso di diverse pistole. Ha sparato anche agli agenti intervenuti dopo l’allarme lanciato intorno alle dieci di sabato mattina (le quattro del pomeriggio in Italia) ferendone tre. Poco dopo si è arreso alla polizia: nei suoi confronti sono stati presentati 29 capi d’accusa, anche quello di crimine d’odio. Il killer della sinagoga rischia ora la pena di morte, come ha sottolineato il ministro della Giustizia americano, Jeff Session.

“Alle 9.45 vi erano tre servizi religiosi – ha spiegato all’emittente locale KDKa, Michael Eisenberg, ex presidente della Congregazione Albero della vita, cui appartiene la sinagoga – Nella parte principale dell’edificio c’era una funzione con una quarantina di persone. Nell’area della cantina c’era la congregazione Nuova vita, con 30-40 persone. Una terza congregazione, con una quindicina di persone, era nella stanza dello studio del rabbino“.

L’università Carnegie Mellon, che si trova a tre chilometri dalla sinagoga, durante la sparatoria è stata sigillata. Agli studenti sono stati inviati sms in cui si chiedeva loro di rimanere all’interno degli edifici del campus. Dopo l’episodio, la polizia di New York sta rafforzando le misure di sicurezza nelle sinagoghe della città. “E’ una cosa terribile. L’odio negli Stati Uniti è una cosa terribile, qualcosa deve essere fatto”, ha commentato il presidente Donald Trump. Secondo i critici, le sue parole non sono abbastanza. Da più parti arrivano accuse contro il presidente e i repubblicani per aver fomentato l’estremismo di destra, dopo giornate di difficili che hanno visto l’uccisione di due afroamericani in Kentucky, 13 pacchi bomba inviati a esponenti democratici e infine la sparatoria nella sinagoga. Eventi legati da un comune denominatore, avere come target specifici gruppi basati sulla razza, la religione o la politica.