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Italiani come noi, armi in casa per legittima difesa? “Meglio sparare per primi”. “Inutile, serve più certezza nella pena”

“Chi entra in casa mia deve sapere a cosa va incontro”. “È un diritto difendersi dai ladri senza rischiare condanne e risarcimenti”. L’intenzione di allargare le maglie della legittima difesa, sostenuta in particolare dalla Lega e dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, trova concordi molti dei cittadini con i quali abbiamo dialogato in strada, alla vigilia dell’approdo in Senato del relativo disegno di legge, previsto per oggi, martedì 23 ottobre.

“Ho subito una rapina, mi hanno fracassato la testa e rubato l’incasso – racconta un commerciante – se ci riprovano e ne ho la possibilità sparo io per primo”. La legge andrebbe rivista in favore delle vittime dei furti, spiegano in tanti: “Sparare a chi scappa non è giusto, ma come faccio a sapere se un ladro apparentemente disarmato non sia pronto a farmi del male?”. “Se uno entra in casa d’altri non lo fa certo con buone intenzioni, una reazione violenta se l’è andata a cercare”.

Ma c’è anche chi esprime un’opinione nettamente contraria: “Mi sta bene la legge vigente, che fissa dei limiti alla difesa personale, per una questione di civiltà”. “È pericoloso dare libero sfogo agli istinti, la verifica dei fatti spetta in ogni caso alla magistratura“. “Il vero problema è l’incertezza della pena, ci sono troppi delinquenti in libertà”. E voi che ne dite?