Politica

Monti contro tutti: “Renzi? Critica questa manovra ma voleva un deficit del 2,9. Giorgetti? Il pareggio di bilancio lo votò”

Il senatore a vita ad "Agorà": "Salvini? Il rischio è che si spari sui pedi perché fa bene a pensare a quale Paese lasciare ai figli, ma poi le sue politiche denotano grandissima inconsapevolezza sull'economia, oltre che un'oscillazione incontrollabile del pensiero"

Renzi è poco credibile, Salvini rischia “di spararsi sui piedi” perché è “inconsapevole” di come funziona l’economia, mentre Giorgetti votò e fece votare l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, quello che ora vincola l’Italia nell’approvazione delle manovre finanziarie. Il riassunto è dell’ex presidente del Consiglio e senatore a vita Mario Monti che in un’intervista ad Agorà, su Rai3, fa una sorta di fact-checking alle posizioni di tutti i protagonisti di questi giorni, di maggioranza e opposizione. “La scarsa credibilità della politica italiana – dice per esempio – si registra anche nel fatto che il Pd, una parte del Pd, e comunque Renzi, critica questa manovra con considerazioni che anche io condivido. Però siccome l’unica cosa che di questa manovra sappiamo finora è il 2,4 per cento non dimentichiamoci che Renzi aveva proposto per i successivi 3 anni il 2,9 per cento di disavanzo“.

Poi tocca al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. “Sapete chi ha avuto il merito principale non solo nel votare, ma anche nel guidare la navigazione di quella proposta (modifica costituzionale articolo 81 e articolo 97 della Costituzione, ndr): l’allora presidente della commissione Bilancio della Camera Giorgetti, che infatti in sede di votazione ha fatto delle dichiarazioni entusiastiche… Non si può parlare agli italiani come se tutti avessero dimenticato che queste sono state le posizioni”. La Lega, nel 2011, votò a favore dell’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione. Poi al Senato votò contro.

In linea generale Monti si dice “preoccupato” per Salvini per il quale esprime “ammirazione” per “l’istinto politico”. Tuttavia, precisa Monti, “dovrebbe stare un po’ attento perché finisce di spararsi sui piedi. Per esempio quando dice io voglio lasciare ai miei figli un’Italia così e così. Dà un grande contributo al dibattito politico perché è proprio in quel modo che andrebbe impostato. Cioè gli effetti delle politiche di oggi sui nostri figli e nipoti domani. Solo che poi dà contenuti a politiche che denotano non solo grandissima inconsapevolezza di come funziona l’economia, ma anche oscillazione incontrollabile del proprio pensiero”.