Diritti

Laura Boldrini, via al processo al sindaco che disse: “Stupratori? A casa sua”. L’ex presidente: “Cosa ne pensa Salvini?”

L'imputato è Matteo Camiciottoli, primo cittadino di Pontinvera, in provincia di Savona. Nell'estate 2017 aveva scritto che i violentatori di Rimini dovevano stare ai domiciliari nell'abitazione della presidente della Camera: "Magari gli mette il sorriso" aveva aggiunto. La sua difesa in aula? "L'avrei detto anche a un uomo"

È iniziato al tribunale di Savona il processo per diffamazione che vede imputato Matteo Camiciottoli, sindaco di Pontinvrea. Il primo cittadino, iscritto alla Lega, a seguito della notizia degli stupri avvenuti a Rimini nell’agosto 2017, aveva proposto di mettere ai domiciliari i responsabili “a casa della Boldrini, magari gli mette il sorriso”.”Avrei scritto la stessa frase per un uomo” ha dichiarato oggi in aula Camiciottoli. L’ex presidente della Camera, presente all’udienza, ha pubblicamente chiesto al leader della Lega Matteo Salvini una presa di posizione sulle parole del sindaco: “Cosa pensa delle affermazioni di Camiciottoli che investono non solo la mia dimensione privata ma la condizione di tutte le persone, in particolare le donne, che subiscono insulti, minacce e volgarità di ogni genere?”. Il dibattimento con le prime deposizioni inizierà nella prossima udienza, il 15 gennaio 2019.


di Pietro Barabino

Il giudice ha ammesso al processo sei parti civili: la stessa Boldrini e le associazioni Unione donne italiane, Differenza donna, Se non ora quando, Donne in rete e Centro per non subire violenza. “Non intendevo incitare allo stupro – ha aggiunto in aula Camiciottoli – Intendevo dire che se le mandavamo gli immigrati a casa era contenta, dato che li vuole tutti in Italia“. Camiciottoli ha poi additato i media di essere responsabili di una “immagine sbagliata della mia persona: io non incito allo stupro di nessuno, contesto invece il modo di fare politica di Boldrini sull’immigrazione”. E ribadisce poi che se “si fosse chiamata Piero Boldrini avrei adottato lo stesso identico atteggiamento. Poi tutto si può interpretare, ma bisogna essere obiettivi”.

L’ex presidente Boldrini ha spiegato tra l’altro che “non è facile per una donna sentirsi dire certe cose e non è stato facile per mia figlia sapere che qualcuno vorrebbe che sua madre venisse violentata. Qualche giorno fa Matteo Salvini mi ha chiesto pubblicamente di condannare le minacce di morte che aveva ricevuto a Milano durante una manifestazione di piazza. E io l’ho fatto perché sono convinta che il dibattito politico non possa essere dominato dall’odio e dalla violenza. Adesso sono io che chiedo a Salvini di prendere pubblicamente posizione sulle dichiarazioni del sindaco del partito di cui lui è segretario: cosa pensa delle affermazioni di Camiciottoli che investono non solo la mia dimensione privata ma la condizione di tutte le persone, in particolare le donne, che subiscono insulti, minacce e volgarità di ogni genere?”.

La Boldrini ha ricevuto messaggi di solidarietà di vari esponenti politici di centrosinistra, tra i quali l’ex presidente del Senato Piero Grasso e il segretario del Pd Maurizio Martina.