Lavoro & Precari

Lavoro, Istat: “Nel secondo trimestre occupati oltre il livello pre crisi. Ma sono di più quelli a termine e part time”

Il tasso di disoccupazione nel trimestre è calato al 10,7%. I dipendenti sono il 77%, in aumento di 2,8 punti. Quelli con contratto precario sono saliti di 3,1 punti. Le donne occupate sono oltre mezzo milione in più rispetto allo stesso periodo del 2008 mentre per gli uomini c'è ancora un divario di 380mila posti

Nel secondo trimestre del 2018, come emerso a fine maggio, il numero di italiani che hanno un lavoro ha superato il livello precedente alla crisi del 2008. Mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 10,7%, in flessione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,3 punti su base annua, toccando il livello più basso da sei anni. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che allo stesso livello di occupati del 2008 corrisponde una maggiore presenza di dipendenti (77%, in aumento di 2,8 punti), in particolare a termine (13,4%, saliti di 3,1 punti), e di lavoratori a tempo parziale che sono arrivati al 18,7% crescendo di ben 4,1 punti.

L’istituto fotografa “profonde trasformazioni nella composizione dell’occupazione”, oltre all’invecchiamento della forza lavoro, su cui hanno inciso anche il calo della popolazione giovanile, il prolungamento dei percorsi di studio e l’aumento dell’età pensionabile. Inoltre nel secondo trimestre 2018 le donne occupate sono oltre mezzo milione in più rispetto all’analogo periodo del 2008 (+6,3%). Al contrario, gli uomini sono stati più colpiti dalla congiuntura negativa, con circa un milione di occupati in meno tra il 2008 e il 2013, soprattutto nell’industria, e il recupero partito nel secondo trimestre 2014 non è stato sufficiente a colmare il divario con il 2008: resta un gap di 380mila posti.

Forti differenze si riscontrano anche a livello territoriale: nel Centro-nord la ripresa è iniziata prima e ha portato al recupero dei posti persi già nel secondo trimestre 2016, mentre nel Mezzogiorno, dove il calo degli occupati è stato di 700mila unità fino al 2014, il saldo rispetto al pre-crisi è ancora ampiamente negativo: -258mila, corrispondente a una perdita del 2,39%.