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Germania, 8 anni e mezzo per il rifugiato omicida. Rischio di nuove proteste contro i migranti dopo i fatti di Chemnitz

Abdul nel dicembre 2017 uccise la fidanzata 15enne con una lama, ma per la legge tedesca il massimo del carcere per i minorenni è di 10 anni: rimangono però dubbi sulla minore età del giovane afghano. La sentenza potrebbe portare ad altre manifestazioni dell'ultradestra, mentre lunedì sera si terrà un concerto antirazzista nella città della Sassonia teatro degli scontri della scorsa settimana

Otto anni e mezzo di carcere. Questa la pena per Abdul D., il rifugiato afghano che il 27 dicembre 2017 uccise con una lama di 20 cm l’ex fidanzata tedesca 15enne, Mia, in un supermercato di Kandel, cittadina della Renania-Palatinato. Il movente, pare, la gelosia. Decisiva a suo favore è stata la giovane età: 15 anni, secondo quanto dichiarato da lui stesso nell’aprile 2016, quando era arrivato in Germania come minore non accompagnato. Tutto autocertificato, anche la nazionalità. Per la legge tedesca, il massimo del carcere per i minorenni è di 10 anni. Ma dopo l’omicidio sono sorti dubbi sulla reale età del ragazzo, alimentati da una perizia medica richiesta dall’accusa che ne ha stabilito l’età verosimile in 20 anni, e comunque non meno di 17 e mezzo.

Una sentenza che arriva in un momento già delicato in Germania, mentre le proteste dell’ultradestra anti-immigrati sono continuate anche durante tutta la scorsa settimana a Chemnitz, in Sassonia. La città è piombata nel caos dopo l’uccisione di un 35enne tedesco in una rissa, per cui sono stati fermati un siriano ed un iracheno, che ha portato alle manifestazioni violente organizzate dal partito di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd) e dal movimento islamofobo Pegida. Durante le proteste ci sono stati vari scontri con manifestanti pro-migranti e aggressioni nei confronti di alcuni residenti stranieri. E proprio in seguito ai fatti dei giorni scorsi, si terrà lunedì sera un grande concerto antirazzista nella città sassone, con l’esibizione della famosa punk band dei Toten Hosen. L’hashtag creato per l’occasione è #wirsindmehr (“noi siamo di più”).

Anche l’omicidio di Kandel, infatti, aveva colpito l’opinione pubblica per la ferocia dell’aggressore e la giovane età della vittima, provocando ai tempi varie proteste. Senza contare che la vittima e suo padre avevano denunciato Abdul pochi giorni prima dell’omicidio, terrorizzati dalle continue minacce. Sempre per la presunta minore età dell’imputato, poi, il processo si è svolto a porte chiuse, senza la partecipazione della stampa.