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Capitano Ultimo senza scorta, Rita Dalla Chiesa: “Indignata. La sua solitudine è la stessa di mio padre”

La figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso 36 anni fa a Palermo, a TPI dice: "on sono andata a Palermo oggi per ricordare mio padre anche per questo motivo, ho preferito stargli vicino"

“È una decisione incredibile quella della revoca della scorta, incredibile che non si siano alzate più voci. Sono indignata, dispiaciuta e amareggiata, non riesco a capirne fino in fondo i motivi“. Lo dice Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso 36 anni fa a Palermo, intervistata da TPI sulla decisione di revocare la scorta a Sergio De Caprio, noto come capitano Ultimo, a capo della squadra di carabinieri che arrestò il boss Totò Riina. È uno stato che continua a commettere gli stessi errori? “Sembra di sì, eppure le persone sono cambiate, ci si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso. Non sono andata a Palermo oggi per ricordare mio padre anche per questo motivo, ho preferito stare vicino a Ultimo. Nella sua solitudine ho riconosciuto la stessa di mio padre. Ma la solitudine cui è lasciato un uomo che ha fatto tanto per noi, per i cittadini, per questo stesso Stato, non può essere dimenticata o minimizzata”. “È la solitudine che ti porta verso il pericolo. Questo mi preoccupa molto, anche se gli uomini di Ultimo sicuramente non lo lasceranno solo. Ma è lo Stato che non dovrebbe mancare” aggiunge.

Era stato lo stesso Ultimo a sfogarsi con una serie di tweet alla vigilia della perdita della tutela disposta dall’Ucis: “I peggiori sono sempre quelli che rimangono alla finestra a guardare come andrà a finire. Sempre tutti uniti contro la mafia”. A lui e a Dalla Chiesa risponde il sottosegretario agli Interni Stefano Candiani: “Ci sono delle circostanze che vengono valutate. Lo Stato non abbandona nessuno”.

Sul caso interviene anche Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato: “A 36 anni dall’attentato che è costato la vita al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, alla signora Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo, ricordiamo con gratitudine l’azione di chi ha servito lo Stato e la legalità sino all’estremo sacrifico della vita, nella convinzione che ancora molto si debba fare per combattere la criminalità organizzata e fare piena luce su tanti, troppi episodi che hanno intriso di sangue la storia della Repubblica. Sarebbe un gesto significativo – si legge sulla pagina Facebook – se il governo commemorasse il generale Dalla Chiesa annunciando che continuerà a garantire protezione al colonnello Sergio De Caprio, il capitano Ultimo che ha arrestato Totò Riina, che da oggi resterà senza scorta”, ha concluso. “Il 3 settembre 1982 la mafia uccide a Palermo il generale dell’Arma Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Nel loro esempio continua la nostra battaglia contro ogni forma di criminalità organizzata. Nel loro esempio – scrive la presidente di Fratelli d’Italia su Faccebook – non smettiamo di sostenere tutti quei fedeli servitori dello Stato che, ogni giorno e tra mille difficoltà, donano se stessi per sradicare il cancro della mafia dall’Italia. E ai quali purtroppo non sempre viene garantito il sostegno che meritano: è il caso del Capitano Ultimo, al quale da oggi viene revocata ogni scorta e protezione. Una vergogna nazionale di cui mercoledì chiederemo conto in Parlamento nella Commissione Affari costituzionali della Camera”.