Cronaca

Verona, fermata la gang delle rapine in villa. Il modus operandi: botte e minacce alle vittime per farsi dare soldi e preziosi

Gli arrestati, 4 marocchini tra i 22 ai 45 anni, sono ritenuti responsabili di almeno 30 rapine. I militari li hanno trovati dopo la chiamata al 112 di due fratelli picchiati e derubati poche ora prima: hanno intercettato la Fiat sedici usata dai quattro e l'hanno pedinata fino a trovare le loro abitazioni. All'interno armi e refurtive

Sfondavano la porta d’ingresso, picchiavano i padroni di casa, quasi sempre anziani. Botte e minacce per farsi dire dove fossero la cassaforte, i soldi o altri oggetti di valore. Il modus operandi era sempre lo stesso, ma quello di due notti fa potrebbe essere stato l’ultimo colpo della banda che è ritenuta responsabile di almeno 30 rapine in villa tra le province di Mantova, Verona e Rovigo. I banditi – quattro marocchini dai 22 ai 45 anni, tutti irregolari e con precedenti – sono stati arrestati dopo un’operazione dei carabinieri durata tutta la notte e che ha coinvolto 12 pattuglie sotto il coordinamento del pm di Verona Marco Zenatelli. Il blitz è scattato con una ricerca a tappeto dopo che le vittime dell’ultima rapina, avvenuta poche ore prima, hanno chiamato il 112.

I rapinati, due fratelli, erano stati picchiati e legati nella loro villa a Goito, nella notte tra giovedì e venerdì. La banda aveva portato via una refurtiva per il valore di un migliaio di euro tra denaro, orologi e altri oggetti di valore. Ma nei due covi in cui sono stati arrestati i banditi, tra San Giovanni Lupatoto e Legnago, sono state trovate altre refurtive e armi compatibili con almeno altre 30 rapine di cui i quattro marocchini sono ora ritenuti responsabili. La gang agiva con uno schema quasi ripetitivo: sceglievano case isolate, in mezzo alla campagna, e vittime anziane, muovendosi a bordo di una Fiat Sedici color oro. I proprietari, spesso anziani, colti anche nel sonno, venivano picchiati con veemenza e minacciati di morte al fine di consegnare quello che di prezioso avevano in casa.

Anche nell’ultima rapina, i malviventi hanno agito, come nei precedenti casi, sfondando la porta d’ingresso e, una volta in casa, hanno colpito al volto, con un piede di porco, uno dei due fratelli che s’era svegliato di soprassalto, rompendogli lo zigomo, per farsi dire dove tenevano la cassaforte. Che non c’era, come in tutte le altre case. Poi hanno arraffato quel che hanno trovato e sono fuggiti. Dopo la chiamata al 112 dei due fratelli rapinati, i carabinieri di Verona e Rovigo hanno cominciato le ricerche. La Fiat Sedici dei rapinatori è stata intercettata all’alba, ma gli investigatori hanno preferito pedinarla fino a Legnago e poi a San Giovanni Lupatoto, per trovare i loro covi. La descrizione del colpo aveva infatti convinto i militari a ricollegare l’ultima rapina a quelle già avvenute nell’arco di agosto a cavallo delle due province.

I carabinieri hanno atteso qualche ora prima di compiere il blitz in entrambi le abitazioni, arrestando i quattro marocchini che hanno reagito violentemente. Nelle perquisizioni è stata trovata la refurtiva di Goito e altre attinente appunto a precedenti rapine, oltre ad un machete, piedi di porco, bastoni e una pistola scacciacani.