Politica

Ponte Morandi, governo: “Verso revoca della concessione ad Autostrade”. Conte: “Stato d’emergenza di 12 mesi”

Dopo il cedimento del Viadotto sul Polcevera, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini insieme al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli hanno annunciato di voler bloccare la gestione della società dei Benetton. Linea confermata dal premier. La replica: "Noi corretti, lo dimostreremo". I bond di Atlantia ai minimi storici. Grillo sul blog: "Le grandi opere pubbliche devono essere riviste. La concessione a operatori così dissennati della nostra viabilità va revocata e restituita allo Stato"

Il governo avvierà la procedura per la revoca della concessione ad Autostrade per l’ItaliaIl giorno dopo il crollo del ponte Morandi a Genova e dopo il consiglio dei ministri straordinario, è stato il premier Giuseppe Conte a confermare gli annunci della mattina: “Non possiamo attendere i tempi della giustizia penale”, ha dichiarato, “abbiamo l’obbligo di far viaggiare tutti i cittadini in sicurezza e disporremo la revoca della concessione ad Autostrade, a cui incombeva l’onere, l’obbligo e il vincolo di curare le manutenzioni di questo viadotto e assicurare agli utenti di poter viaggiare in sicurezza”. Sono inoltre stati stanziati 5 milioni di euro per i primi interventi ed è stato decretato lo stato d’emergenza di 12 mesi. “Un pensiero”, ha detto il premier, “va anche agli sfollati e il governo terrà conto anche della loro situazione per tutti gli interventi necessari”. Quanto alle vittime, “abbiamo deciso di proclamare una giornata di lutto nazionale, dobbiamo ancora individuare il giorno, che coinciderà con i funerali”. Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli poco dopo su Twitter ha annunciato: “Desecreteremo integralmente tutti i contratti in essere con i concessionari e li pubblicheremo sul sito del ministero”.

La decisione di avviare l’iter per togliere la concessione era stata annunciata in mattinata dai vicepremier, entrambi arrivati sul luogo della tragedia in mattinata. Lo scontro ora è con Autostrade, il cui cda si riunirà probabilmente la prossima settimana. Luigi Di Maio ha parlato di “possibili multe fino a 150 milioni di euro”. E insieme al ministro Toninelli ha chiesto le dimissioni dei vertici della società. Una linea su cui il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è detto fin da subito d’accordo: “E’ il minimo”, ha dichiarato. La società nega le accuse e assicura che il Viadotto sul Polcevera era regolarmente monitorato. Lo stesso Di Maio ha poco dopo rilanciato: “Autostrade è stata coperta dai governi precedenti“. Intanto i bond di Atlantia hanno segnato i minimi storici.

Mentre i soccorritori ribadiscono che ancora decine sono i dispersi e la priorità delle istituzioni è mettere in sicurezza la zona, rimane aperto il dibattito politico. In giornata sul suo blog personale è intervenuto anche Beppe Grillo: da cittadino di Genova ha espresso dolore per quanto successo alla sua città, ma ha anche respinto le accuse di chi ha ricordato la sua solidarietà ai No Gronda (il comitato contro la grande opera in Liguria per ridisegnare la gestione del traffico autostradale) e li ha definiti “sciacalli”. “Tutte le grandi opere dovranno essere riviste e statalizzate”, si legge.

Per quanto riguarda il fronte giudiziario, sono iniziate le indagini. Significative le parole del procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che, al termine del suo sopralluogo, ha dichiarato: “Non è stata una fatalità, ma un errore umano”. La zona non è ancora stata sottoposta a sequestro per consentire l’azione dei soccorritori. Ad ampio raggio, probabilmente anche sui tiranti, le verifiche della Procura che ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo, mentre un’altra inchiesta è stata aperta dal ministero delle Infrastrutture. La squadra di polizia giudiziaria che effettua le indagini su mandato della procura potrebbe acquisire la documentazione inerente al contratto di servizio che impegna Autostrade per la manutenzione del ponte. Ad essere considerati saranno tutti i documenti progettuali e non che ineriscono alle autorizzazioni e manutenzioni effettuate sul ponte Morandi.

Conte: “Non possiamo aspettare i tempi della giustizia, al via la revoca della concessione”
Il governo si è riunito in prefettura a Genova nel primo pomeriggio per un consiglio dei ministri straordinario. E tra le prime decisione c’è stata quella di iniziare l’iter per la revoca della concessione ad Autostrade, operazione complessa e articolata. “Non possiamo attendere i tempi della giustizia penale”, ha detto Conte nella conferenza stampa al termine del cdm, “abbiamo l’obbligo di far viaggiare tutti i cittadini in sicurezza e disporremo la revoca della concessione ad Autostrade, a cui incombeva l’onere, l’obbligo e il vincolo di curare le manutenzioni di questo viadotto e assicurare agli utenti di poter viaggiare in sicurezza. Il governo, nell’atto di disporre nuove concessioni, sarà molto più rigoroso nella valutazione delle clausole. Andremo a rivedere i contratti di servizio per rendere più stringenti i vincoli”. Come primo intervento, ha detto Conte, si agirà sulla parte del Viadotto che è rimasta in piedi: “Metteremo in sicurezza al più presto i tronconi del ponte che sono rimasti penzolanti”. E una delle priorità è quella di “rimuovere al più presto le macerie per costruire dei percorsi di viabilità alternativi”. In mattinata il sindaco di Genova aveva detto che “le case che si trovano sotto la struttura non potranno essere risparmiate e la zona è stata evacuata”. Conte ha poi specificato che sarà “nominato un commissario ad hoc per la ricostruzione”. Per quanto riguarda la gestione dei prossimi mesi: “In questo incontro abbiamo deliberato di accogliere la richiesta del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e decretare lo stato di emergenza per 12 mesi e stanziato per primi interventi 5 milioni sul fondo delle emergenze nazionali”. Ci sarà quindi un giorno di lutto nazionale: “Abbiamo deciso di proclamare una giornata di lutto nazionale, dobbiamo ancora individuare il giorno, che coinciderà con la giornata della cerimonia funebre delle persone defunte”. E ha concluso: “Sono tragedie inaccettabili, in una società moderna non devono accadere. Questo governo farà di tutto affinché non si verifichino più”.

Autostrade: “Noi corretti, lo dimostreremo. Piano di ricostruzione in 5 mesi”. Bond Atlantia ai minimi storici
La replica della società dei Benetton è arrivata in serata. “In relazione all’annuncio dell’avvio della procedura di revoca della concessione, Autostrade per l’Italia si dichiara fiduciosa di poter dimostrare di aver sempre correttamente adempiuto ai propri obblighi di concessionario, nell’ambito del contraddittorio previsto dalle regole contrattuali che si svolgerà nei prossimi mesi. E’ una fiducia che si fonda sulle attività di monitoraggio e manutenzione svolte sulla base dei migliori standard internazionali. Peraltro non è possibile in questa fase formulare alcuna ipotesi attendibile sulle cause del crollo”. E conclude: “Autostrade per l’Italia sta lavorando alacremente alla definizione del progetto di ricostruzione del viadotto, che completerebbe in cinque mesi dalla piena disponibilità delle aree. La società continuerà a collaborare con le istituzioni locali per ridurre il più possibile i disagi causati dal crollo”.

Secondo alcune indiscrezione, Autostrade per l’Italia si prepara a riunire un cda straordinario: il consiglio, secondo quanto si apprende, potrebbe riunirsi la prossima settimana. Intanto scivolano ai minimi storici i bond di Atlantia, la società dei Benetton proprietaria di Autostrade per l’Italia. Dopo il disastro del Ponte Morandi e le minacce del governo di ritirare le concessioni, le obbligazioni con scadenza luglio 2027 cedono il 4,01% a 92,8 mentre il bond da 700 milioni con scadenza settembre 2029 scivola del 4,3% a 91,79. I credit default swap, gli strumenti che assicurano contro un default del debito di Atlantia, sono schizzati ai massimi da 5 anni, riporta inoltre Bloomberg.

Di Maio: “Multe fino a 150 milioni, ora dimissioni dei vertici”. Salvini: “E’ il minimo”
La decisione di procedere con la revoca è stata anticipata già in mattinata. Se già ieri il ministro Danilo Toninelli aveva detto chiaramente che la responsabilità della manutenzione ordinaria spettava ad Autostrade, oggi i rappresentanti dell’esecutivo sono andati oltre. “E’ possibile”, ha detto Di Maio in un’intervista a Radio Radicale, “in caso di inadempienze, ritirare la concessione e far pagare multe fino a 150 milioni di euro. Può gestire lo Stato. Ad Autostrade paghiamo i pedaggi più alti d’Europa e loro pagano tasse bassissime perché sono posseduti da una finanziaria Benetton in Lussemburgo”. Di Maio ha poi aggiunto: “I responsabili hanno un nome e un cognome e sono Autostrade per l’Italia. Dopo anni che si è detto che le cose dai privati sarebbero state gestite molto meglio, ci troviamo con uno dei più gradi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza. Queste sono scuse. Autostrade deve fare la manutenzione e non l’ha fatta. Prima di tutto si dimettano i vertici”. Poi al termine del sopralluogo dove è crollato il ponte Morandi: “Nel momento in cui anziché investire i soldi del pedaggio in manutenzione si dividono gli utili, i ponti crollano e siccome è la prima volta che in Italia c’è un governo che non ha preso soldi dai Benetton noi siamo pronti a revocare la concessione se emergeranno inadempienze. Autostrade è stata coperta da governi precedenti, noi non abbiamo intenzione di fare da palo a questa gente che ha partecipazioni nei grandi giornali italiani. Non si provi a usare questa vicenda per scaricare le colpe sui 5 Stelle”.

L’esecutivo è compatto sulla strategia da adottare in questo momento. Tanto che il vicepremier del Carroccio Matteo Salvini ha fin da subito sottoscritto le parole dei colleghi 5 stelle: “La revoca delle concessioni è il minimo che ci si possa aspettare”, ha detto a Radio24. E ha assicurato di essere “assolutamente” d’accordo sulla revoca. “Siccome c’è un privato che su quel ponte ha incassato centinaia di milioni di euro, senza fare quello che doveva, questo privato la smette di gestire quell’autostrada, e risarcisca gli italiani a suon di soldi”, ha detto. “E tutti gli altri privati che stanno incassando e non reinvestendo in sicurezza una parte dei loro utili dovranno essere messi sul chi va là, in tutta Italia”.

Il presidente della Regione Toti: “Mai arrivato allarme da Autostrade o dal ministero”
In queste ore di dolore e preoccupazione, sotto accusa c’è sicuramente anche la politica locale. Il presidente della Regione Giovanni Toti ha specificato di non aver mai ricevuto ufficialmente nessuna allerta sulla struttura: “Ufficialmente alla Regione non è mai arrivato alcun allarme sulle condizioni del ponte Morandi, né dal concessionario Società Autostrade, né dal Ministero delle Infrastrutture. Dal punto di vista istituzionale nessun allarme è mai arrivato nelle specifico né al Comune di Genova, né alla Regione Liguria, da parte del Ministero delle Infrastrutture che è deputato al controllo, né dal concessionario. Se ci sono stati errori umani ce lo diranno i magistrati. Per quanto riguarda la concessione, la manutenzione ordinaria e straordinaria prevista dal contratto di concessione, è il Ministero delle Infrastrutture che ci deve dare delle risposte essendo l’ente che dà in concessione la tratta attraverso un contratto con diritti e doveri”.

Grillo: “Non c’è grande opera pubblica che mancherà di essere rivalutata”
Il garante del Movimento 5 stelle, cittadino di Genova, ha scritto un post sul suo blog personale, dove esprime il suo dolore per la tragedia che ha colpito la città e al tempo stesso risponde a chi lo ha messo sotto accusa per aver solidarizzato in passato con i comitati No Gronda (la grande opera che avrebbe dovuto ridisegnare il traffico in città). “La Superba”, si legge in riferimento alla sua città, “è tagliata in due, in cielo volano gli elicotteri dei Vigili del Fuoco e del 118, che stanno operando in condizioni estremamente difficili e pericolose. La rapidità del loro intervento è fondamentale. Ancora più rapidi, per natura, gli sciacalli già volteggiavano nel cielo delle parole. Parole nauseanti, al 90% inutili”. Quindi se la prende con gli avversari politici per lui “sciacalli” e ribadisce la linea dei 5 stelle al governo: “Non c’è grande opera pubblica che mancherà di essere rivalutata”. Si tratta di un passaggio fondamentale in giorni in cui si discute, anche tra alleati dell’esecutivo, di come procedere sulla Tav Torino-Lione. Ma in particolare ora il comico parla a chi lo ha accusato di essersi opposto alla Gronda: “Io amo Genova, e questo schifo di tirapiedi in cerca d’autore mi ha infastidito nel profondo. Proprio quel viadotto e tutta l’infinita serie di revisioni a costi esorbitanti, esitato comunque nel crollo, nella tragedia: un pugno nello stomaco al futuro della città. Proprio quello stesso viadotto era una grande opera pubblica. Era malata alla nascita, e proprio mentre siamo sgomenti a contemplare il suo disastro, esito triste e muto di una gestione dissennata, gli sciacalli colpiscono esattamente lì”.

E conclude: “La motivazione a rivalutare tutti questi mostri potenziali è ancora più forte oggi. Revisionare queste mangiatoie, rivalutare anche quei gioielli che verranno costruiti con i soldi della gente e che alla gente devono restare. Non sono uso a rispondere agli schiavi dei rapaci, ma questa volta non posso evitarlo. Noi rivedremo tutti questi ‘progetti’. Che da anni e decenni stanno lì, come se fossero scritti con l’inchiostro simpatico. Destinati, dopo l’opportuna spartitoria stagionatura politica, ad essere costruiti male e di fretta. Oppure con infinita lentezza come la SA-RC. Insomma, sento che devo rispondere agli sciacalli, devo rispolverare un’ascia di guerra che non avrei mai pensato di riconsiderare: noi rivedremo quei progetti dissennati, fermeremo questa ininterrotta serie di obbrobri pericolosi e, agli sciacalli, non resta che un vaffanculo a mille decibel. Contemplando questo orrore sono ancora più convinto che le grandi opere pubbliche dalla carta al mondo reale devono essere riviste: tutte. La concessione a operatori così dissennati della nostra viabilità va revocata e restituita allo Stato“.