Politica

Fontana, Orfini: “Abolire legge Mancino? Fascisti al governo”. LeU: “Si dimetta”. Mantero (5 Stelle): “Non spari cazzate”

Pd all'attacco: "Scoprono la loro vera identità", dice Emanuele Fiano. Liberi e Uguali: "Se questa proposta diventerà un atto dell'esecutivo, saliremo sui tetti di Montecitorio". Possibile: "Delirio complottista di inaudita gravità". Comunità ebraiche: "Evitare boutade e provocazioni stupide"

Le opposizioni insorgono, dopo la proposta di abolire la legge Mancino avanzata dal ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. “A questo governo fascisti e razzisti evidentemente piacciono. Perché di questo governo razzisti e fascisti evidentemente sono parte”, attacca su Twitter il presidente del Pd Matteo Orfini. “Il governo giallo-verde, per bocca del ministro Fontana, scopre la sua vera identità – gli fa Eco Emanuele Fiano – e annuncia di voler abrogare la legge che in Italia, come in tutta Europa, vieta la diffusione di idee discriminatorie e razziste. Salvini lo aveva annunciato in un comizio a Pontida (…). Il progetto è di sdoganare il razzismo e di dare soddisfazione ad una parte significativa del loro bacino elettorale che evidentemente chiede loro proprio questo”, si legge in un nota del deputato dem.

Anche da Liberi e Uguali si levano gli scudi: “Inaccettabili le parole del ministro – twitta Roberto Speranza – L’Italia è una repubblica democratica antifascista e antirazzista. Chi non lo ricorda non è degno di fare il Ministro. #Fontanadimettiti“. “La legge 25 giugno 1993, n. 205, nota anche come Legge Mancino, sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali – affermano Federico Fornaro e Rossella Muroni, capogruppo e vicecapogruppo di Liberi e Uguali alla Camera – se questa proposta diventerà un atto del Governo, sappiano M5S e Lega, che per impedire questo oltraggio alla nostra democrazia repubblicana e antifascista, questa volta sul tetto di Montecitorio ci andremo noi”.

Un “delirio complottista da Tso“, lo definiscono la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone, e l’esponente dello stesso partito, Andrea Maestri. “Non può sfuggire – aggiungono – a nessuno – ma, in particolare, non può sfuggire al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Parlamento e alla magistratura – che simile affermazione è di inaudita gravità. Soprattutto in un momento storico in cui non passa giorno che si aggredisca (con parole o botte) o si spari ad un migrante”.

Critiche si levano anche dagli alleati di governo del Movimento 5 Stelle: “Mi sembra che il ministro Fontana si stia occupando un po’ di tutto tranne che di disabilità – commenta il senatore Matteo Mantero – sarebbe opportuno che si ricordasse delle sue competenze e dei suoi doveri, anche perché i disabili hanno problemi seri. Fontana si occupi di loro invece di sparare cazzate in giro”.

Dura la presa di posizione delle comunità ebraiche. La legge Mancino è uno “strumento necessario per combattere i rigurgiti di fascismo e antisemitismo“, afferma la presidente Ruth Dureghello della Comunità ebraica di Roma. “Se si accetta l’incarico di Ministro – afferma Dureghello – lo si deve fare coscienti della storia e della responsabilità, evitando boutade e provocazioni stupide. Sopratutto a 80 anni anni dalle Leggi Razziali sarebbe bene comprendere come combattere le discriminazioni invece che strizzare continuamente l’occhio ai neofascismi“. “Grazie alla normativa vigente è stato possibile per la magistratura individuare e colpire i gruppi neonazisti che progettavano azioni antisemite come avvenuto per Militia e per Stormfront i cui protagonisti, che progettavano anche di colpire fisicamente membri della Comunità Ebraica – sottolinea la nota – sono stati arrestati e condannati in virtù di questa legge”.

“Chiedo al Presidente del Consiglio Conte se la proposta corrisponde a un progetto del Governo italiano che dirige”, si legge in una nota della presidente dell’Ucei, l’unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. “Sono parole che offendono profondamente quanto si è inteso difendere a seguito di gravissimi episodi neonazisti e neofascisti e di grave recrudescenza negli anni Ottanta e peraltro ribaditi dalla decisione comunitaria che focalizza i medesimi atti di odio, approvata anche dal nostro Paese”, ricorda Di Segni. Per la presidente dell’Ucei, “nella Repubblica italiana fondata sull’antifascismo e sulla negazione dell’odio e di ogni forma di razzismo, questi presidi normativi vanno semmai rafforzati e da tutti difesi, senza al contrario alimentare ulteriori paure e rancori sociali“.