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Dl Dignità, gli emendamenti di M5s-Lega: assunzioni in centri per l’impiego, norma “salva supplenti” e via tassa sulle e-cig

Sono alcune delle proposte di modifica al decreto concordate dalla maggioranza. Il rafforzamento dei centri per l'impiego, da stabilire con le Regioni, nei prossimi tre anni è funzionale al reddito di cittadinanza. Presenti anche una norma per cancellare il limite di 36 mesi per le supplenze introdotto con la Buona scuola e lo stop all'equiparazione di sigarette elettroniche e tabacchi

Rafforzare gli organici dei centri per l’impiego, cancellare le misure che equiparano le sigarette elettroniche ai tabacchi tradizionali e una norma “salva-precari” della scuola. Sono alcune delle proposte di modifica al decreto Dignità concordate da Movimento 5 Stelle e Lega. Gli emendamenti sono stati depositati nelle commissioni Finanze e Lavoro della Camera.

Per quanto riguarda il potenziamento dei centri per l’impiego si tratta del primo passo funzionale al reddito di cittadinanza, misura fortemente cavalcata dai Cinque Stelle in campagna elettorale. L’emendamento prevede che le Regioni una quota delle assunzioni – da stabilire attraverso un accordo Stato-Regioni – che potranno fare tra 2019 e 2021 sia destinata proprio a potenziare i centri per l’impiego “al fine – si legge – di garantirne la piena operatività“.

Relativamente alla cancellazione delle misure che equiparano le sigarette elettroniche ai tabacchi tradizionali, le forze di maggioranza mirano ad eliminare così quella che viene definita la ‘tassa sull’acqua’ e non solo sulla nicotina contenuta nei liquidi delle e-cig, dimezzando conseguentemente l’accisa (dal 50% al 25% dell’equivalente quantitativo di sigarette). Le misure previste servono, si legge nel testo, a “far ripartire il mercato italiano” in attesa delle decisioni dell’Unione Europea. L’emendamento prevede anche che vengano riviste le regole sulla distribuzione.

Nel pacchetto di modifiche concordate da M5S e Lega rientra anche un emendamento che cancella il limite di 36 mesi per le supplenze introdotto con la Buona scuola, dopo il quale il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, oltre agli insegnanti, invece della stabilizzazione rischierebbe di non avere più un posto. Lo stop ai contratti a termine oltre i 36 mesi scattava dal 1 settembre 2016 e gli effetti si inizierebbero a vedere a partire da settembre 2019.