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Migranti, Open Arms: “Porti italiani non sicuri, c’è Salvini”. Bonafede: “Marina libica? Non posso dire se ci si può fidare”

La nave della Ong catalana fa rotta verso le coste iberiche nonostante l'Italia avesse dato l'ok all'approdo a Catania, perché le parole di Salvini "inducono preoccupazione rispetto alla tutela della donna sopravvissuta e della sua piena libertà di rendere testimonianza in condizioni di tranquillità e di sicurezza". Toninelli: "Migranti? Non è un emergenza ma è un problema strutturale". Bonafede: "Il concetto di fiducia a livello di rapporti diplomatici con l’estero va applicato ai fatti"

Open Arms trasporterà in Spagna la donna ferita nel naufragio al largo delle coste libiche, e i due cadaveri recuperati accanto a lei. Perché, spiega la Ong catalana, “approdare in un porto italiano presenta molti fattori critici: il primo sono le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha definito bugie e insulti la nostra ricostruzione“. La scelta arriva dopo che l’Italia aveva assegnato il porto di Catania come possibile approdo per evacuare la camerunense sopravvissuta a 48 ore in acqua. Stessa disponibilità era giunta da Malta.

Ma Open Arms sottolinea come sia “incomprensibile” il fatto che la disponibilità ad accogliere la donna ferita “non sia stata accompagnata dalla stessa disponibilità per i due cadaveri ritrovati” e specifica che il reiterato annuncio di una sorta di contro inchiesta o contro versione rispetto alla probabile dinamica dei fatti accaduti lunedì sera, “inducono preoccupazione rispetto alla tutela della donna sopravvissuta e della sua piena libertà di rendere testimonianza in condizioni di tranquillità e di sicurezza”.

Di migranti, in mattinata, è tornato a parlare il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli spiegando a Sky Tg24 che l’Italia continuerà “ad aprire i porti quando tocca a noi e quando non tocca a noi intervengano gli altri”. Toninelli ha ribadito che il fenomeno “non è un emergenza ma è un problema strutturale e che il governo con il premier Conte sta facendo cosa seria per gestire il problema a livello europeo”. L’obiettivo del governo, sostiene il ministro, “è non farli più partire e per evitare che partano bisogna pattugliare le prime miglia del mare libico”. Poi ha aggiunto che un simile intervento “non risolve il problema ma nell’immediato migliora la situazione” e il governo è impegnato “a rafforzare il pattugliamento della Guardia costiera libica“.

Proprio sull’efficienza della Guardia Costiera libica, contestata martedì da Open Arms, si è espresso il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “Io non posso dire se ci si può fidare o meno della Guardia Costiera Libica”, ha detto il Guardasigilli. “Il concetto di fiducia a livello di rapporti diplomatici con l’estero va applicato ai fatti – ha aggiunto – E cioè rispetto alla Guardia costiera libica il governo italiano fa il suo dovere, ovvero accertare, quando rientra nelle competenze italiane, che tutto si verifichi nel pieno rispetto dei diritti umani delle persone coinvolte”.