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Trump nomina un repubblicano di ferro alla Corte suprema. Dall’aborto alle armi, le posizioni conservatrici di Kavanaugh

Solido pedigree conservatore, potrebbe spostare a destra l’equilibrio politico della Corte. Anche se, nel discorso in cui ha ringraziato il presidente, si è tenuto alla larga da esplicite dichiarazioni sui temi. Negli anni '90 collaborò alla redazione dello “Starr Report”, che condusse alla richiesta di impeachment per Clinton

Donald Trump ha nominato Brett M. Kavanaugh per il seggio lasciato vacante alla Corte Suprema dopo il ritiro di Anthony Kennedy. Cinquantatre anni, giudice di corte d’appello, un solido pedigree conservatore e legami stretti con il mondo repubblicano di Washington, Kavanaugh – se confermato dal Senato – potrebbe spostare a destra l’equilibrio politico della Corte, influenzando per decenni le scelte della società americana su temi essenziali come i poteri del presidente, l’aborto, l’immigrazione. Inizia a questo punto la battaglia politica sulla conferma di Kavanaugh. E’ chiaro a tutti che, se dovesse entrare alla Corte, Kavanaugh potrebbe rivelarsi la scelta più importante e ricca di conseguenze di tutta la presidenza Trump.

La suspence sulla scelta del nuovo giudice durava da giorni. Trump l’ha fatta lievitare ad arte, fissando l’annuncio per le nove di sera, ora di Washington, dalla East Room della Casa Bianca. Alla fine il presidente si è presentato proprio con Kavanaugh, il cui nome era da giorni in cima alla lista dei papabili – oltre a rappresentare la scelta preferita per molti gruppi conservatori e antiabortisti. ”Stasera, è mio onore e privilegio annunciare che nominerò il giudice Brett Kavanaugh alla Corte Suprema degli Stati Uniti – ha detto Trump, interrotto dagli applausi degli invitati nella East Room -. In tutti i circoli legali, egli è considerato il giudice dei giudici, un vero leader del pensiero tra i suoi pari”. Trump ha parlato di Kavanaugh come di “un brillante giurista, con uno stile di scrittura chiaro ed efficace, una delle menti legali più lucide del nostro tempo”, concludendo che “non c’è nessuno in America che sia più qualificato e che meriti di più questa posizione”.

E’ quindi salito sul podio Kavanaugh, arrivato alla Casa Bianca con la moglie Ashley e le due figlie Margaret e Liza. Con un tono tranquillo, mostrandosi piuttosto sicuro di sé, Kavanaugh si è detto “profondamente onorato per la scelta”. Rivolgendosi a Trump, ha detto che “attraverso l’intero processo di nomina, ho potuto testimoniare in prima persona il vostro rispetto per il ruolo vitale della magistratura americana. Nessun presidente ha discusso in modo più profondo una propria scelta per la Corte Suprema”. Kavanaugh si è anche mantenuto prudentemente lontano da ogni affermazione che possa rivelare i suoi orientamenti politici e sociali. “La mia filosofia giudiziaria è molto chiara – ha detto -. Un giudice deve essere indipendente e deve interpretare la legge, non fare la legge. Un giudice deve interpretare gli statuti come sono stati scritti. Un giudice deve interpretare la Costituzione come è stata scritta, consapevole della storia e della tradizione e dei precedenti”.

In realtà, già questa questa affermazione sulla Costituzione da interpretare “come è stata scritta”, al riparo dallo scorrere del tempo e dal mutare delle sensibilità, è parso un chiaro messaggio lanciato ai conservatori, che “dell’originalismo” in materia giudiziaria hanno fatto uno dei pilastri della loro filosofia giudiziaria. Il solido background conservatore di Kavanaugh è del resto dimostrato dai suoi precedenti. Laureato a Yale, ha lavorato come avvocato alla casa Bianca negli anni di George W. Bush. Prima ancora, aveva lavorato per Ken Starr, l’avvocato che condusse l’indagine sul presidente Bill Clinton negli anni Novanta – Kavanaugh collaborò alla redazione dello “Starr Report”, che condusse alla richiesta di impeachment per Clinton. Kavanaugh è stato aiuto alla Corte Suprema del giudice Kennedy, che dovrebbe sostituire, e dal 2006 è giudice di corte d’appello per il distretto di Washington D.C., dove è stato autore di oltre 300 opinioni legali, undici tra queste confermate proprio dalla Corte Suprema. E’ un cattolico convinto, ex chierichetto, tanto che nel discorso di ringraziamento dopo la nomina ha citato il motto della scuola superiore dei gesuiti da lui frequentata, la Georgetown Prep: “Men for others”.

Tra le opinioni legali di Kavanaugh che saranno al centro dello scrutinio del Senato, nelle prossime settimane, ci sono sicuramente quelle legate ai poteri del presidente (tema particolarmente caldo in qusti mesi di indagine sulle presunte collusioni tra Trump e la Russia). La Corte, nel futuro, potrebbe infatti esprimersi sulla legittimità di mettere Trump sotto inchiesta, e più volte nel passato Kavanaugh ha escluso che un presidente in carica posso finire indagato. Ciò “paralizzerebbe il governo federale – ha scritto Kavanaugh -, rendendolo non più capace di funzionare in modo credibile nell’arena internazionale e domestica… anche il minimo accenno di una indagine criminale… sarebbe una distrazione e una perdita di tempo”. Uno scrutinio particolare subiranno però, soprattutto, gli orientamenti di Kavanaugh in tema di aborto – la Corte Suprema, nel futuro, potrebbe infatti dichiararsi sulla Roe v Wade, la sentenza del 1973 che rese legale l’aborto. L’anno scorso, il giudice si è opposto alla richiesta di una migrante illegale di diciassette anni, che chiedeva di poter accedere all’interruzione di gravidanza. Significativo d questo punto di vista, l’appoggio entusiastico che a Kavenaugh è venuto da Jeanne Mancini, presidente dell’organizzazione anti-aborto “March for Life””: “E’ eccezionalmente qualificato – ha detto Mancini – per questo ruolo e sicuramente servirà come giudice indipendente e fedele alla Costituzione”. Chiare anche le posizioni del nominato in tema di armi. Kavenaugh è a favore di un’interpretazione molto ampia del Secondo Emendamento. Nel 2011, si è dichiarato contrario a un bando alle armi d’assalto deciso da Washington D.C.

Scatta a questo punto la battaglia al Senato per la conferma di Kavanaugh. Molto più rigido di Kennedy su temi come l’aborto, l’affirmative action, i diritti gay, la pena capitale, il nuovo giudice potrebbe spostare definitivamente a destra l’equilibrio della Corte (oggi, dopo il ritiro di Kennedy, nettamente spaccata tra quattro liberal e quattro conservatori). I repubblicani esultano per la scelta di Trump. “Si tratta di una nomina superba – ha detto Mitch McConnell, il leader repubblicano del Senato -. Il giudice Kavanaugh ha incredibili credenziali accademiche ed è ammirato per il suo intelletto, la sua esperienza, il suo esemplare temperamento giudiziario”. Apertamente critici i democratici. Per Charles Schumer, con la scelta di Kavanaugh, “il presidente Trump ha messo sul patibolo giudiziario i diritti riproduttivi e la protezione sanitaria per milioni di americani… mi opporrò alla nomina di Kavanaugh con tutta la mia forza”. Molti guardano a quelle senatrici repubblicane – per esempio Susan Collins del Maine e Lisa Murkowski dell’Alaska – che potrebbero far mancare a Kavanaugh la maggioranza necessaria proprio per le sue posizioni sull’aborto. A tutti è comunque chiara la posta in gioco. Sta per iniziare la battaglia parlamentare più furibonda dell’intera presidenza Trump.