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Travaglio: “M5s al governo? Molto prudenti e troppo portati al compromesso. Salvini non si fa nessuno scrupolo”

“Come sono cambiati i 5 Stelle con l’ingresso nei palazzi del potere? Al momento sono molto prudenti e troppo portati al compromesso, al contrario di Salvini che non si fa alcuno scrupolo”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, nel corso di Otto e Mezzo (La7). “Si pensi all’incredibile retromarcia del M5s su Nino Di Matteo” – spiega Travaglio- “Al ministero della Giustizia avevano promesso di mettere persone di rottura, come appunto Di Matteo a capo delle carceri. Stranamente questa cosa è evaporata, forse perché la presenza di Di Matteo spaventava qualcuno o della mafia o dello Stato o forse di entrambi i contraenti della nota trattativa”. E aggiunge: “Se i 5 stelle facessero altre norme norme popolari, che riscuotono consenso, che servono ai cittadini e che tagliano privilegi, come l’immunità parlamentare, largamente abusata e solo in parte eliminata, io non ci sputerei sopra. Se riuscissero a fare un po’ di reddito di cittadinanza, iniziando dal 2019, perché no? Siamo l’unico Paese che non ha una forma di reddito minimo per chi non lavora e cerca lavoro. Adesso lo sta sperimentando persino la Grecia, lasciandoci al rango di fanalino di coda dell’Europa sul piano delle politiche sociali. Possono fare cose sulla corruzione” – continua – “Ci sono tante cose che costano poco, sono popolari e al contempo molto giuste. E se fossero state fatte prima, non ci sarebbe stato il tracollo dei partiti che ci hanno governato in questi 25 anni. Non tutto ciò che è popolare è sbagliato”. A Lilli Gruber che gli chiede cosa si aspetta nei prossimi due mesi estivi, Travaglio risponde: “Mi aspetto un mare di chiacchiere. Spero che, visto che le prossime elezioni sono tra un anno, tutti i politici ci facciano grazia di quel grasso in eccesso che è la campagna elettorale e comincino a parlare solo per atti. E soprattutto ci dicano le cose una volta fatte, non prima. Giorgetti ha consigliato ai ministri di conservare una foto di Renzi e di ricordarsi di quanto è breve il consenso. A questo suggerimento, aggiungo un altro: seguano il consiglio di Conte, che parla abbastanza poco, lavorando in silenzio. Lo stile di dire le cose solo dopo che sono state realizzate potrebbe portare addirittura voti alla lunga”.