Cronaca

Suicida Bruno Binasco, manager arrestato in Tangentopoli: fece il nome di Greganti

Uscito da Mani Pulite con la fedina penale pulita grazie ad assoluzioni e prescrizioni, di recente era stato assolto con l'ex presidente della provincia di Milano, Filippo Penati, dalle accuse nei suoi confronti per la vicenda al centro del cosiddetto "sistema Sesto"

Si è suicidato impiccandosi nella sua abitazione di Tortona. È morto in questo modo Bruno Binasco, noto manager di Alessandria più volte indagato e arrestato nell’ambito delle inchieste di Mani Pulite: aveva 73 anni. A dare l’allarme chiamando i carabinieri sarebbe stata la moglie. Sul posto anche i sanitari del 118, che non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. In casa non sarebbero stati trovati biglietti scritti dall’uomo per spiegare i motivi del gesto estremo.

Molto vicino all’imprenditore Marcellino Gavio e all’ex presidente della provincia (e vicepresidente di Unicredit) Fabrizio Palenzona, nel 1992 fu coinvolto nell’inchiesta Mani Pulite per cui in un anno fu arrestato sei volte. Fu in una di quelle occasioni che fece il nome di Primo Greganti, il ‘compagno G’, come destinatario di un miliardo di lire per il Partito comunista italiano.

Uscito da Tangentopoli con la fedina penale pulita grazie ad assoluzioni e prescrizioni, di recente era stato assolto con l’ex presidente della provincia di Milano, Filippo Penati, dalle accuse nei suoi confronti per la vicenda al centro del cosiddetto “sistema Sesto“.