Cronaca

Sicurezza, Censis: “Reati in calo del 10% in un anno, ma una famiglia su tre ha paura”. Salvini: “Serve legittima difesa”

Secondo il rapporto stilato dall'istituto di ricerca, il 39 per cento degli italiani è d'accordo con l’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco. A sentirsi più insicuri sono i cittadini residenti nelle aree metropolitane (uno su due). Rispetto al 2008, però, le rapine sono calate del 37,6 per cento

“I reati denunciati nel 2017 sono in calo di oltre il 10 per cento rispetto a quelli del 2016, mentre gli omicidi si sono quasi dimezzati in dieci anni, da 611 a 343. Nonostante questo vi è un senso generalizzato di insicurezza: il 31,9 per cento delle famiglie italiane percepisce il rischio della criminalità nella zona in cui vive”. A dirlo è il primo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia realizzato dal Censis. In un tweet il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini scrive: “Una nuova legge che permetta la legittima difesa delle persone perbene nelle proprie case è una nostra priorità“.

Secondo i dati forniti dal Censis, inoltre, il 39 per cento degli italiani è d’accordo con l’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale. Una percentuale in aumento rispetto al 26 per cento rilevato nel 2015. Ad essere più favorevoli sono le persone meno istruite (il 51 per cento tra chi ha al massimo la licenza media) e gli anziani. Nel rapporto, realizzato con Federsicurezza, viene evidenziato inoltre l’aumento del numero di cittadini che possono sparare: nel 2017 in Italia si contano 1.398.920 licenze per porto d’armi, considerando tutte le diverse tipologie (dall’uso caccia alla difesa personale). Complessivamente, dice il Censis, oggi “c’è un’arma da fuoco nelle case di quasi 4,5 milioni di italiani (di cui 700mila minori)”.

Riguardo alla “percezione” della sicurezza, invece, nelle aree metropolitane si sente insicuro un cittadino su due. Ad essere più preoccupate sono le persone con redditi bassi che vivono in contesti più disagiati, di cui il 27,1 per cento crede che la criminalità sia il problema più grave del Paese. Una paura non sostenuta dai dati, perché secondo il rapporto Censis nel 2017 sono stati denunciati complessivamente 2.232.552 reati. Rispetto al 2008 le rapine sono passate da 45.857 a 28.612 (-37,6 per cento) e i furti da quasi 1,4 milioni a poco meno di 1,2 milioni (-13,9 per cento). Ad amplificare l’insicurezza dei cittadini è la concentrazione degli illeciti in alcune zone specifiche. In sole quattro province, infatti, dove vivono 2 italiani su 10, si consuma il 30 per cento dei crimini. Milano è al primo posto con 237.365 reati nel 2016 (il 9,5 per cento del totale), poi Roma (con 228.856 crimini, il 9,2 per cento), seguono Torino e Napoli con percentuali intorno al 5,5.

Per difendersi da ladri e rapinatori, continua il rapporto dell’istituto di ricerca, il 92,5 per cento degli italiani adotta almeno un accorgimento in casa. Come l’utilizzo di una porta blindata, che protegge le abitazioni di oltre 33 milioni di cittadini. Quasi 1 su 2 si è dotato di un sistema d’allarme, mentre il 33,5 per cento ha montato inferriate a porte e finestre. Nella “filiera della sicurezza”, conclude il Censis, hanno un ruolo importante le agenzie di vigilanza privata. Sulle strade italiane sono oltre 64mila gli addetti (+16,7 per cento nel periodo 2011-2017) di quasi 1.600 imprese di vigilanza, che contribuiscono a garantire la sicurezza negli aeroporti, nei porti, negli uffici pubblici, in ospedali e tribunali, nelle aziende e durante gli eventi collettivi.