Scienza

Marte, in arrivo mille immagini in 3D: ecco il Pianeta rosso tra crateri, tramonti e arcobaleni

Le immagini scattate da uno strumento realizzato dall’Agenzia spaziale italiana che si trova a bordo del Trace gas orbiter della missione Esa ExoMars 2016, in orbita dall’ottobre del 2016. Scatti inediti in termini di risoluzione spaziale e a colori reali

Marte come non l’abbiamo mai visto, tra crateri, tramonti, tempeste. Anche con i colori dell’arcobaleno. Le immagini scattate dallo strumento Colour and Stereo Surface Imaging System (CaSSIS) e svelate in occasione di un workshop organizzato dall’Agenzia spaziale italiana mostrano il Pianeta rosso in una veste totalmente nuova ed inaugurano l’iniziativa di rilascio di uno scatto inedito a settimana. Saranno immagini in 3D dalle quali si potranno ricavare analisi morfologiche della superficie marziana, realizzate con una camera per acquisire immagini ad alta risoluzione.

CaSSIS è uno degli strumenti a bordo del Trace gas orbiter della missione Esa ExoMars 2016, in orbita intorno al Pianeta rosso dall’ottobre del 2016. Progettato sotto la direzione di Nicolas Thomas dell’Università di Berna, in Svizzera, CaSSIS è un progetto internazionale realizzato dall’Agenzia spaziale italiana in collaborazione con l’industria italiana. “Le immagini ottenute dalla camera stereo CaSSIS mostrate durante l’evento sono inedite in termini di risoluzione spaziale e sono a colori reali, cioè non artificialmente realizzate al computer”, ha commentato Barbara Negri, responsabile dell’Unità esplorazione e Osservazione dell’Universo dell’Asi.

Il team scientifico dell’Inaf di Padova ha realizzato un software unico che permette di generare immagini 3D del suolo marziano partendo dall’acquisizione di coppie stereo ottenute dalla camera. Altra qualità unica per lo strumento CaSSIS è l’estensione delle immagini, che è di 10 chilometri perpendicolarmente alla direzione di moto. CaSSIS ha osservato i siti che sono stati identificati come potenziali fonti di gas traccia, studiando i processi dinamici di superficie che potrebbero contribuire alla formazione dei gas atmosferici come la sublimazione, i processi di erosione e il vulcanismo.

Lo strumento verrà usato anche per individuare potenziali siti di atterraggio valutando le pendici locali, le rocce e altri possibili pericoli. Grazie ad un meccanismo di rotazione, lo strumento è anche in grado di acquisire immagini in configurazione stereoscopica. Il risultato? Una possibile ricostruzione tridimensionale della superficie del pianeta. “La camera sta funzionando molto bene e la quantità di dati di alta qualità che sta producendo è impressionante”, ha specificato Gabriele Cremonese di Inaf.  “In questi giorni abbiamo superato le 1.000 immagini acquisite dalla fine del commissioning, incluse le coppie stereo. L’analisi scientifica delle immagini è già iniziata e prevediamo di sottomettere le prime pubblicazioni nelle prossime settimane”.