Mondo

Usa, attivista diffonde audio registrato in un centro immigrazione. La disperazione dei bimbi strappati alle famiglie: “Papà, papà!”

Una registrazione audio che sembra catturare le voci strazianti di bambini che invocano in spagnolo i loro genitori in una struttura di immigrazione degli Stati Uniti alimenta l’indignazione per la politica dell’amministrazione Trump di separare i bambini immigrati dai loro genitori.

“Papà! Papà!”, si sente dire un bambino nel file audio che è stato diffuso per la prima volta dall’organizzazione di giornalismo investigativo ProPublica e successivamente fornito all’Associated Press. L’attivista per i diritti umani Jennifer Harbury ha detto di aver ricevuto il nastro da un informatore e ha riferito a ProPublica che è stato registrato nell’ultima settimana. Non ha fornito dettagli su dove esattamente è stato registrato.

L’audio diffuso ha suscitato la reazione indignata da parte del governo francese. Il portavoce Benjamin Griveaux, intervenendo ai microfoni di France 2, ha detto che “la separazione dei bambini dai loro genitori al confine col Messico da parte delle autorità Usa dimostra che l’Europa e gli Stati Uniti non hanno lo stesso modello di civiltà, né valori comuni.

Il presidente Usa Donald Trump ieri aveva affermato che l’immigrazione è responsabile del cambiamento violento della cultura europea, tracciando un parallelo con l’esperienza americana. “Non voglio che succeda in Europa quello che succede negli Stati Uniti”, ha detto Griveaux in risposta all’affermazione di Trump.

Ad alzare la voce in Italia è Laura Boldrini che affida a twitter un commento che mette sullo stesso piano Italia e Usa: “I sovranisti #Trump e #Salvini fanno a gara per vincere il primato della disumanità allo scopo di sviare l’opinione pubblica dalle inchieste scottanti che li riguardano. Che fine hanno fatto i 48 milioni della #Lega?”.

Nella giornata di lunedì il deputato del Vermont Peter Welch ha pubblicato una serie di messaggi dopo una visita ad uno dei centri immigrazione al confine con il Messico. “Ho visto gabbie piene di bambini. Non è nient’altro che una prigione”, ha scritto dopo essere stato a Brownsville, in Texas, dove vengono trattenuti i minori separati dai genitori dopo l’ingresso illegale negli Stati Uniti.

Su Twitter, con una serie di messaggi, Welch descrive il quadro. “La struttura accoglie 1500 ragazzi, è piena. E’ una vergogna”, scrive, contestando in maniera diretta le affermazioni del segretario alla Sicurezza Interna, Kirstjen Nielsen. “Non adottiamo una policy per separare le famiglie al confine. Punto. La narrazione ingannevole”, afferma Nielsen, “è irresponsabile e non produttiva. Come ho già detto tante volte in passato, se cercate accoglienza per la vostra famiglia, non c’è motivo per violare la legge e attraversare illegalmente il confine”.

Welche replica stizzito: “Lei non può dire sul serio – scrive rivolgendosi a Nielsen – sono appena arrivato a Casa Padre a Brownswille con il senatore Jeff Merkley. Qui ci sono 1500 ragazzi, abbiamo visto bambini in gabbie chiuse con catene. Da soli. Non c’è un genitore qui. E’ una vergogna”. “I ragazzi – racconta il deputato in un altro tweet – sono seduti su panchine metalliche, guardano fissi davanti rimanendo in silenzio”.