Diritti

Teatro, 80 attori disabili sul palco a Milano. “Recitare mi spinge a superare la paura e a farmi sentire”

“Ti Ribalto” è il Festival delle Arti che si svolgerà al Teatro Bruno Munari di Milano dall’8 al 10 giugno: dieci spettacoli con più di 80 attori disabili e oltre 40 volontari. "Non siamo artisti in cerca di gloria, né educatori in cerca di lavoro: siamo persone che vogliono condividere qualcosa che ha un valore sociale enorme"

Il teatro come occasione di mettersi in gioco insieme ad altri e possibilità di utilizzare il proprio corpo come risorsa, favorendo il cambiamento in positivo di atteggiamenti e percezioni. Incuriosire il pubblico, ridere insieme ad esso e abbattere le barriere, oltre che raccontare attraverso dieci spettacoli la disabilità fuori dagli stereotipi. Queste sono le scommesse della Cooperativa sociale Cascina Biblioteca che con la sua Piccola Accademia ha ideato e organizzato Ti Ribalto, il Festival delle Arti, che vedrà protagonisti oltre 80 attori disabili e 40 volontari. L’iniziativa culturale e inclusiva, arrivata alla quarta edizione, quest’anno è intitolata Un racconto sulla disabilità fuori dagli schemi e si terrà dall’8 al 10 giugno al nuovo Teatro Bruno Munari di Milano. “I punti di forza sono l’esperienza maturata sul campo da parte di chi lavora nella Piccola Accademia e l’entusiasmo che anima chi, a settembre, inizia un percorso artistico-formativo e, a fine anno, si trova a restituirne i sapori e le emozioni di fronte a un pubblico vario e curioso”, racconta a ilfattoquotidiano.it Luca Rivabene, il coordinatore del progetto che si occupa delle attività ordinarie e dei corsi finalizzati alla realizzazione del Festival.

Dopo anni di esperienze pratiche nel settore delle arti performative e dell’insegnamento della recitazione e della danza nel campo della disabilità, “la nostra kermesse culturale – aggiunge Rivabene – ha raggiunto oggi una dimensione significativa di partecipanti, superando le 100 persone. Avvicinare la cittadinanza al mondo della disabilità in modo semplice, giocoso e leggero rimane uno dei motori principali che muove il nostro progetto e ci stimola a trovare ogni modo possibile per essere visti e per far sì che l’entusiasmo dei partecipanti coinvolga chi non conosce il mondo del sociale e magari nemmeno quello del teatro”. Luca sottolinea che non si tratta di “artisti in cerca di gloria, né educatori in cerca di lavoro: siamo persone che hanno voglia di condividere e mostrare qualcosa di nuovo e interessante, che ha un valore sociale enorme”. Il messaggio che si vuole diffondere è quello della persona che incontra la persona, a prescindere dall’etichetta sociale dell’una e dell’altra, la fragilità che incontra un’altra fragilità, perché il teatro mette a nudo i limiti di tutti, fisici e caratteriali. “Tutto questo avviene durante un laboratorio di teatro integrato – spiega l’organizzatore dell’evento – ma per noi dovrebbe avvenire altrettanto sul palco, dove la persona-pubblico incontra gli attori e ‘ribalta’ il suo punto di vista sulla disabilità”.

La Piccola Accademia prende forma all’interno delle attività di tempo libero per persone con disabilità proposte da Cascina Biblioteca in via Casoria 50 a Milano. Il progetto della coop sociale vive e cresce grazie alla passione, al coraggio e alla capacità di lavorare insieme anche ad altre quattro realtà non profit milanese: Anffas Milano, Fondazione Idea Vita, Consorzio SiR, Rotary Club San Donato. All’inizio prevedeva solo l’insegnamento della disciplina teatrale, poi sono state incluse musica, danza e arte. “Io ce la metto tutta a recitare perché sento che è una cosa importante per me”, dice Laura Monzani con disabilità intellettiva e fisica medio-alta e con alle spalle due anni di laboratori di teatro tenuti dalla Piccola Accademia. “Per me recitare è dire delle cose a tutti ed è anche farle bene, meglio di quello che faccio tutti i giorni. Sono stimolata a dare di più rispetto ad altre attività – aggiunge Monzani – perché recitare mi spinge a superare la paura, a farmi sentire e vedere dalle persone, il pubblico”. Laura sottolinea inoltre l’importanza di far parte di un gruppo, perché “stare tutti insieme mi aiuta a sentire la carica e sconfiggere la paura del palcoscenico. Tutti gli anni mi porto a casa un ricordo dei momenti vissuti e delle storie che facciamo”.