Cronaca

Padova, 4 operai investiti da una colata di acciaio liquido: due sono in gravissime condizioni. “Ustioni sul 100% del corpo”

L'incidente alle 7.50 nel reparto fonderia: gravissimi due dipendenti dello stabilimento, 70% del corpo ustionato per un operaio della Hayama, ditta che lavora in appalto. "È stato un cedimento strutturale - raccontano fonti sindacali al Fattoquotidiano.it - In due sono stati investiti dall'aria calda, uno di loro era incosciente mentre l'altro è riuscito ad avvisare la moglie"

Una “bomba, qui è tutto bruciato”. Lo descrive così chi l’ha visto con i propri occhi quel reparto che “ha rischiato di saltare in aria”. E ci sono le foto scattate all’interno dell’impianto delle Acciaierie Venete, a Padova, a raccontare lo scenario da “guerra” dopo l’incidente di domenica mattina che ha ferito quattro operai, tre dei quali in maniera grave. La siviera che trasportava la colata di acciaio incandescente è venuta giù poco prima delle 8, mentre una decina di lavoratori si trovava vicino alla “cesta” che scioglie i rottami nel reparto fonderia. “C’è stato un cedimento strutturale del supporto” della siviera che contiene fino a 90 tonnellate di acciaio fuso, dicono fonti sindacali a Ilfattoquotidiano.it, ed era stato appena “manutenuto”. Sei le persone illese, seppur in stato di choc.

Per quattro colleghi, invece, il quadro clinico è molto complicato. In due, entrambi dipendenti dell’azienda, sono stati investiti da una “bomba di aria calda” e hanno riportato ustioni sul 100% del corpo. Sono ricoverati in condizioni disperate nel reparto Grandi ustionati degli ospedali di Padova e Cesena. Altri due sono stati raggiunti dagli schizzi della colata a 1700 gradi: uno ha ustioni sul 70% del corpo, l’altro è il meno grave. Entrambi sono dipendenti della Hayama che lavora in appalto all’interno degli impianti di Acciaierie Venete, il cui presidente e amministratore delegato Alessandro Banzato, designato un mese fa alla guida di Federacciai.

I feriti – due italiani, uno dei quali di origine francese, un romeno e un moldavo – hanno un’età compresa tra i 35 e i 44 anni. La situazione più delicata è quella di Marian Bratu, nato in Romania e residente a Cadoneghe, che è stato portato in elicottero al centro grandi ustionati di Cesena. Tuttavia, secondo il personale sanitario che lo ha stabilizzato sul posto, le sue funzioni vitali sarebbero intatte nonostante la profondità delle ustioni. Gravi anche le condizioni di Simone Vivian, nato a Dolo ma residente a Vigonovo, David Federic Natale e Sergiu Todita, ricoverati all’ospedale di Padova.

Le fonti sindacali raccontano di uno scenario di “guerra”. I due operai più gravi sono stati portati via nudi dallo stabilimento: “Le divise sono state bruciate dal getto di aria calda. Uno di loro – spiegano fonti qualificate a IlFatto.it – era incosciente, l’altro è riuscito ad avvisare la moglie“. Sul posto, oltre all’elisoccorso, sono giunti anche i vigili del fuoco per spegnere l’incendio che si è sviluppato a causa della fuoriuscita della colata incandescente.

Durissimo il commento del responsabile siderurgia della Fiom-Cgil, Mirco Rota: “In recenti incontri erano emersi problemi legati agli orari di lavoro in quello stabilimento – dice il sindacalista a IlFattoquotidiano.it – Siamo di fronte a un 2018 con numeri da strage, dopo i morti di Milano e il gravissimo incidente di oggi. Si lavora in condizioni molto pericolose, proprio ora che il comparto sta ripartendo”. Rota, richiamando alla massima attenzione per la sicurezza sugli impianti, rinnova l’invito a “norme stringenti, che rafforzino il potere di controllo e di intervento del sindacato”.

Articolo aggiornato alle 14.24 del 14/5/2018