Politica

De Benedetti: “Pd deve archiviare Renzi. M5s e Lega non hanno punti in comune, quindi troveranno un nemico: l’Europa”

Intervista del fondatore di Repubblica a Fanpage tra Pd ("Ha dimenticato le diseguaglianze, si dia una missione") e il nuovo governo ("M5s e Lega hanno riferimenti quasi contrastanti"). E sull'Europa: "Le democrazie liberali sono in crisi. Anche nel nostro Paese? Assolutamente sì"

Il Pd deve “archiviare Renzi” e ritrovare “una missione” dopo “aver dimenticato le diseguaglianze”. Sfruttando la “formidabile opportunità di reinventarsi”, data dall’opposizione del nascente governo formato da M5s e Lega che “avendo riferimenti elettorali diversi”, sostiene Carlo De Benedetti, non riusciranno a trovare “elementi comuni, quindi troveranno un nemico: l’Europa”.

“Necessario mettere da parte Renzi”
L’ingegnere, fondatore di Repubblica, mette da parte Renzi in un’intervista a Fanpage.it: “Lo considero da archiviare, non c’è dubbio”. Oltre all’archiviazione “necessaria e ovvia”, il voto ha fatto registrare “l’archiviazione di un partito che ha raccolto delle tradizioni ma non ha saputo esprimere delle idee“. Adesso, spiega De Benedetti, i dem hanno “un’occasione unica” per occuparsi delle “persone più deboli”. Il Partito Democratico, a suo avviso, “è finito male perché non aveva una missione, è diventato espressione di leader più o meno forti, di correnti più o meno battagliere, ma sostanzialmente – dice al direttore del sito – negli ultimi 5 anni non si è identificato con disegno politico chiaro. Ha dimenticato le diseguaglianze, una piaga anche in Italia”. E negli archivi non dovrebbero finire solo i “fossili”, ma anche “i più recenti che muovono ancora le mani” perché “non sono più in grado di interpretare il Paese, mettiamoli a fare altro”.

“Rischiamo di non essere più occidentali”
Nel frattempo, però, l’Italia va verso un governo guidato da Matteo Salvini e Luigi Di Maio: “È un bene che si sia arrivati a questo governo: Lega e M5s non hanno vinto, ma hanno avuto successo elettorale importante, rappresentano una novità politica per il Paese”. Le “conseguenze”, continua De Benedetti, “vanno viste in un contesto internazionale” in cui l’Italia “non ha dimensione né forza politica ed economica per essere autoreferente” poiché “abbiamo vissuto per 70 anni sotto l’ombrello americano”, mentre “oggi – anche per cause non nostre – rischiamo di non essere più un Paese occidentale, perché gli Stati Uniti hanno avuto evoluzione pessima e perché uno dei componenti di questa maggioranza ha più simpatia per Orban e Putin che per la Merkel“.

“M5s-Lega, no elementi comuni. Troveranno nemico”
Sarà solo uno dei “contrasti”, secondo il fondatore di Repubblica, destinati a caratterizzare l’eventuale prossimo esecutivo politico: “Le due constituency elettorali sono meridionale per i Cinque Stelle, quindi con tendenza assistenziale, senza offesa per nessuno – profetizza De Benedetti – e sono di lavoro, di impresa per la parte nordica. Avendo riferimenti elettorali così diversi e in qualche modo contrastanti non riusciranno a trovare elementi comuni, quindi troveranno un nemico, l’Europa”.

“Democrazie liberali a rischio, Pd si ancori all’Ue”
A causa degli “elementi di populismo” che “ci sono in tutti i Paesi”, la crisi delle democrazie liberali è “palese”, continua l’imprenditore: “Emmanuel Macron a Strasburgo ha difeso la democrazia liberale, è il primo a dirlo ed è vero: Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia, ora anche Austria: la crisi delle democrazie liberali è palese. Anche nel nostro Paese? Assolutamente sì”. Di fronte a questo rischio, tornando al Pd, secondo De Benedetti, “serve un personaggio con gravitas, cultura e credibilità”. Non dovrebbe essere “uno dei giovani leoni o tigrotti” ma “esiste una tra le personalità che sono attive nel Pd per interpretare questa missione nuova”, che consisterebbe “nell’ancorare il Paese all’Europa” e, per quanto riguarda la politica interna, “riconoscere il problema delle disuguaglianze che stanno crescendo e minacciando la coesione sociale“.