Cronaca

Salvini allo stadio per vedere il Milan. Cappellino rossonero e giacca del brand di riferimento di Casapound

Il leader della Lega è stato immortalato con il capo d'abbigliamento della Pivert durante la finale di Coppa Italia all'Olimpico. La società è stata fondata dal responsabile di Blocco studentesco, l'organizzazione giovanile del movimento di estrema destra, e i suoi prodotti sono particolarmente in voga tra i neofascisti

Che sia un accanito tifoso milanista è noto a tutti. Così come il fatto che in passato si sia avvicinato molto ai movimenti di estrema destra. Ma ora che l’accordo tra 5 Stelle e Lega sembra concretizzarsi – e lui è a un passo dal diventare (almeno) un ministro di peso del nuovo esecutivo – la scelta di Matteo Salvini di indossare una giacca prodotta da un’azienda vicina a Casapound durante la finale di Coppa Italia non è passata inosservata. Un giubbino blu, con il picchio bianco sul petto, simbolo della Pivert. La società è stata fondata da Francesco Polacchi, responsabile nazionale di Blocco Studentesco (l’organizzazione giovanile legata a Casapound), intervistato da ilfattoquotidiano.it nel gennaio 2016.

Nella tribuna d’onore dell’Olimpico di Roma c’erano anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, il ministro Lotti, diversi deputati e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Tutti eleganti. Salvini, invece, ha preferito indossare un cappellino del Milan e il giubbino Pivert. Lo stesso indossato dal leader di Casapound Simone Di Stefano durante una manifestazione del 28 febbraio 2015 a piazza del Popolo, a Roma, contro l’allora premier Matteo Renzi. Manifestazione cui partecipò anche il segretario della Lega.

Il marchio Pivert va molto di moda tra i giovani neofascisti ed è legato, in modo indiretto, alle bandiere nere con la testuggine. Perché? Il suo fondatore, Francesco Polacchi, in qualità di responsabile nazionale dei “giovani” di Casapound è stato condannato a un anno e quattro mesi per i violenti scontri del 2008 in piazza Navona a Roma contro le riforme dell’allora ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Ed è sotto indagine per altri scontri avvenuti il 29 giugno 2017 durante un blitz di Casapound a Milano contro il sindaco Beppe Sala.

Le campagne pubblicitarie messe in piedi da Pivert non si riferiscono mai esplicitamente al ventennio fascista, ma guardano in quella direzione. Giovani dalla testa rasata in posa davanti all’altare della Patria o al Vittoriale. Modelli che rievocano gli eroi dell’epoca classica. Una linea di abbigliamento targata “Imperium“. Un’iconografia che piace molto ai giovani dell’ultradestra. Come testimonia anche l’apertura di nuovi store dell’azienda in giro per l’Italia. Alcuni di questi, è il caso dei punti vendita di Milano e Torino, come riporta Fanpage, vedono fra i soci alcuni esponenti locali di Casapound. Un intreccio fra imprenditoria e destra estrema di cui Salvini (forse inconsapevolmente) si è fatto testimonial.

Sul caso è intervenuto anche lo stesso leader del movimento di estrema destra, Simone Di Stefano, che parla di strumentalizzazione. “La Pivert, l’azienda che produce il giubbotto indossato da Matteo Salvini ieri sera, è di proprietà di un nostro responsabile da anni. Ma non vedo alcun nesso politico”, ha spiegato. “Il brand è molto diffuso e non è ad uso esclusivo di ambienti estremisti di destra. Molti attivisti dei movimenti cosiddetti sovranisti preferiscono quel marchio perché completamente ‘made in Italy‘”.