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Governo, consiglio dei ministri proroga di un anno Gabrielli alla Polizia e Franco alla Ragioneria generale dello Stato

A proporre la conferma di Gabrielli è stato il ministro dell’Interno Marco Minniti, mentre l'indicazione a favore del ragioniere generale entrato in carica nel 2013 è stato il titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan.

Dopo la proroga degli incarichi ai vertici dei servizi segreti, arrivata subito dopo le elezioni, il governo uscente di Paolo Gentiloni rimanda il ricambio di altre due alte cariche istituzionali. Nel consiglio dei ministri di martedì, l’esecutivo in carica per gli affari correnti e ora vicino alle dimissioni ha infatti disposto la proroga di un anno dell’incarico al capo della Polizia Franco Gabrielli, in scadenza il 19 maggio, e al ragioniere generale dello Stato Daniele Franco, che era entrato in carica il 20 maggio 2013 sotto il governo Letta.

A proporre la conferma di Gabrielli è stato il ministro dell’Interno Marco Minniti, mentre sulla Ragioneria generale l’indicazione a favore di Franco – ex direttore centrale della Banca d’Italia per l’area Ricerca economica e relazioni internazionali – è stato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il ragioniere generale guida quello che è l’organo centrale di “supporto e verifica” per Parlamento e Governo nelle politiche e negli adempimenti di bilancio e deve garantire la corretta programmazione e gestione delle risorse pubbliche.

Il cdm, sempre su proposta di Padoan, ha anche approvato in esame preliminare il regolamento della nuova Fondazione per il capitale immateriale, istituita dall’ultima legge di Bilancio per “perseguire obiettivi di politica economica ed industriale, connessi anche al programma Industria 4.0”. Il regolamento, si legge nella nota, oltre a individuare l’organismo competente alla gestione delle risorse definisce l’assetto organizzativo che consente l’uso efficiente delle risorse del fondo, “al fine di favorire il collegamento tra i diversi settori di ricerca interessati dagli obiettivi di politica economica e industriale, la collaborazione con gli organismi di ricerca internazionali, l’integrazione con i finanziamenti della ricerca europei e nazionali, le relazioni con il sistema del venture capital italiano ed estero”. Il decreto prevede un credito di imposta per la formazione 4.0 pari al 40% delle spese ammissibili sostenute nel 2018 e nel limite massimo di 300mila euro per ogni impresa beneficiaria.