Cronaca

Trapani, 537 migranti arrivati al porto a bordo della nave Aquarius

Sono stati salvati in acque internazionali al largo della Libia in quattro diverse operazioni tra mercoledì e domenica. Tra loro quattro donne incinte, tre neonati e 125 minori. La gran parte proviene dall'Eritrea, ma anche da Algeria, Guinea e Ghana

Sono 537 i migranti arrivati lunedì mattina al porto di Trapani a bordo della nave Aquarius, noleggiata dalla Ong Sos Mediterranèe e gestita in partnership con Medici senza frontiere, dopo essere stati salvati in acque internazionali al largo della Libia in quattro diverse operazioni tra mercoledì e domenica. Tra loro, fa sapere l’organizzazione, ci sono 452 uomini, 85 donne, di cui quattro incinte, tre neonati e 125 minori. La gran parte proviene dall’Eritrea, ma anche da Algeria, Guinea e Ghana.

Le operazione di recupero sono state condotte da Sos Mediterranèe con la cooperazione di altre Ong come Sea Eye, ProActiva e Sea Watch. “Due delle barche che abbiamo soccorso nei giorni scorsi erano decisamente sovraccariche. Sulla base della nostra esperienza, in media, sui gommoni vengono spinte da 120 a 140 persone”, ha detto Nick Romaniuk, coordinatore dei soccorsi di Sos Mediterranèe. “Mercoledì c’erano 164 persone, comprese donne e bambini, stipate su un gommone inaffidabile, mentre sabato mattina abbiamo trovato 222 persone su un vecchio barcone da pesca in legno. Qualunque reazione di panico avrebbe potuto provocare il capovolgimento della barca e non avrebbe lasciato alcuna possibilità alle decine di persone all’interno del barcone”.

Intanto, le forze navali libiche hanno recuperato 11 corpi senza vita durante un’operazione che ha portato soccorso ad altri 83 migranti a cinque miglia nautiche al largo della costa di Sabrata, nella Libia nordoccidentale. Lo hanno comunicato le stesse forze navali libiche affiliate dal governo di consenso nazionale, spiegando che i migranti soccorsi, che viaggiavano su un gommone, sono di diverse nazionalità africane. Sono stati trasferiti nel distretto di Zawiya in un centro contro l’immigrazione illegale.