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Figlio di Gigi D’Alessio rinviato a giudizio per lesioni e violenza contro la sua ex colf

Claudio D’Alessio, primogenito del cantautore napoletano, andrà a processo dopo la denuncia presentata dalla 40enne domestica ucraina Halyna Levkova: la presunta aggressione risale al 5 luglio 2014. Il processo inizierà il prossimo 7 novembre

Sarà processato per lesioni e violenza privata Claudio D’Alessio, figlio del cantautore napoletano Gigi, rinviato a giudizio per la vicenda della presunta aggressione nei confronti della colf ucraina Halyna Levkova, 40 anni, avvenuta il 5 luglio 2014 in un appartamento al quartiere Parioli di Roma, dove la domestica – secondo il suo racconto – è stata picchiata, per poi essere cacciata da casa. La denuncia fu depositata pochi giorni dopo, il 9 luglio, al commissariato di Fondi (Latina). La colf, oggi assistita dall’avvocato Francesco Di Ciollo, ha raccontato agli inquirenti di aver subìto maltrattamenti e di aver lavorato in quella casa in stato di semi schiavitù. Un esposto che sfocerà in un processo. Ennesima tegola per la famiglia del cantautore napoletano. Nelle scorse settimane proprio Claudio D’Alessio è intervenuto nella bagarre tra sua sorella e Anna Tatangelo, dopo la rottura tra quest’ultima e il padre.

LA VIOLENZA – La sera del 5 luglio 2014, secondo il racconto di Halyna Levkova, D’Alessio era in compagnia dell’ex fidanzata Nicole Minetti (ex consigliera regionale della Lombardia). I due hanno iniziato a discutere e i toni si sono alzati. La lite ha svegliato la colf che dormiva nella sua stanza, in soffitta. A quel punto la donna ha chiesto al figlio del cantautore di non fare rumore, perché non riusciva a riposare, ma la reazione del 30enne è stata violenta. Prima a parole, poiché secondo la donna ha risposto bruscamente: “È casa mia, faccio quello che mi pare”. Era presente anche Nicole Minetti, davanti alla quale la colf ha chiesto a D’Alessio junior di pagarle quanto dovuto perché l’indomani sarebbe andata via. “Non ce la facevo più a essere sfruttata e maltrattata” ha raccontato la donna, denunciando di aver lavorato in nero per 15 ore al giorno “in condizioni inumane, al limite della schiavitù”. A sentire la colf, dopo lo sfogo della colf Claudio D’Alessio è salito nella camera della donna, in soffitta, ha scaraventato i suoi vestiti sul pavimento, rifiutandosi di pagarla. Poi, racconta la colf, l’ha spinta contro la parete, minacciata con una sedia e, infine, cacciata di casa mentre ancora indossava le ciabatte. Il 30enne ha invece dichiarato di aver agito per legittima difesa, in quanto la donna aveva intenzione di scagliare una sedia contro lui e l’allora fidanzata.

LA DENUNCIA – Dalla casa ai Parioli Halyna Levkova si è diretta all’ospedale San Filippo Neri, dove è stata visitata. I medici le hanno riscontrato lesioni guaribili in 10 giorni, ematomi, cervicalgia e stato d’ansia. D’Alessio è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Maria Clementina Forleo, come richiesto dal pm Mario Dovinola dopo aver sentito anche la versione di Nicole Minetti. Il processo inizierà il prossimo 7 novembre. La donna ucraina ha vinto anche il ricorso al Tribunale del lavoro: Claudio D’Alessio deve pagare alla donna 10mila euro, somma che non le ha ancora versato.