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Liberi e Uguali, ok dell’ufficio di presidenza: avrà gruppo autonomo. I renziani: “Cosa fa il M5s per un pugno di voti”

La deroga ha avuto il via libera all'unanimità. La destra del Pd contro Fico: "Cinque anni fa contestava l'autorizzazione a Fratelli d'Italia, ma ora che serve una pattuglia di parlamentari per il governo..."

Liberi e Uguali avrà un gruppo autonomo alla Camera: l’ufficio di presidenza di Montecitorio ha dato il via libera – all’unanimità – alla deroga per un raggruppamento che non supera i 20 deputati come dice il regolamento. Finora Leu era inserita nel gruppo Misto con i suoi 14 parlamentari. Eletto come capogruppo della nuova formazione Federico Fornaro. “I requisiti c’erano tutti”, commenta Riccardo Fraccaro, questore anziano e deputato dei Cinquestelle. Il regolamento della Camera dice che l’ufficio di presidenza può autorizzare la costituzione di un gruppo con meno di venti iscritti “purché questo rappresenti un partito organizzato nel Paese che abbia presentato, con il medesimo contrassegno, in almeno venti collegi, proprie liste di candidati, le quali abbiano ottenuto almeno un quoziente in un collegio ed una cifra elettorale nazionale di almeno trecentomila voti di lista validi”.

Tuttavia la decisione dell’ufficio di presidenza ha provocato qualche malumore, soprattutto nella pattuglia renziana degli eletti del Pd. La deputata ligure Raffaella Paita commenta: “Cosa non si fa per un pugno di sì che favorisca la nascita del governo cinquestelle. Si rinnega persino quanto detto in passato dal francescano Fico in persona”. La Paita sottolinea tra l’altro che “il presidente in autobus (Fico, ndr) che solo cinque anni fa contestava alla vecchia presidenza della Camera l’autorizzazione del gruppo Fratelli d’Italia, oggi autorizza il gruppo Liberi e uguali ben al di sotto della soglia dei 20 parlamentari necessari. Oggi non è più uno spreco autorizzare una deroga. Per noi, ora come allora, la democrazia non è uno spreco. Se questa è la coerenza 5 stelle…”. Sulla stessa linea Michele Anzaldi: “Sarebbe questo il modo di portare avanti la presunta battaglia agli sprechi, promessa solo a parole dal partito di Fico e Di Maio? Cambiare idea è legittimo, ma se lo si fa una volta arrivati in cima alle poltrone, facendo finta di nulla e non dando alcuna spiegazione, inevitabilmente si finisce col pensar male…”.