Cronaca

Valanga a Pila, indagati sei istruttori del Cai per la morte di due scialpinisti

La procura ha aperto un'inchiesta per omicidio plurimo e disastro colposo. "Ci mancherai fratello. Perché alla fine è questo che eravamo, è questo che siamo, una famiglia", scrive l'amico di una vittima su Facebook

Sei istruttori del Cai, il Club alpino italiano, sono indagati per la morte di due scialpinisti a Pila, in Val d’Aosta. Sabato scorso una valanga aveva travolto cinque sciatori usciti in escursione per partecipare a un corso organizzato da una scuola di alpinismo emiliano-romagnola, ma per due di loro non c’è stato niente da fare. La procura ha avviato un’inchiesta per omicidio plurimo e disastro colposo.

Gli indagati sono il responsabile del corso e cinque istruttori della scuola Cai “Pietramorà” delle sezioni di Cesena, Faenza, Forlì, Imola, Ravenna e Rimini, che hanno organizzato l’escursione. Tra loro ci sono anche due dei tre sopravvissuti alla slavina, Giacomo Lippera, 45 anni, di Rimini e Matteo Manuelli, 43 anni di Imola, estratti vivi dalla neve e ricoverati sabato al reparto di chirurgia d’urgenza dell’ospedale Parini di Aosta.

Nell’incidente hanno perso la vita Carlo Dall’Osso, 51 anni di Imola, anche lui istruttore, e il faentino Roberto Bucci, 28 anni, laureato in Scienze motorie e istruttore in una palestra. “Eccoci qui, a casa tua, casa ‘nostra’. Vogliamo scrivere qui affinché chiunque possa capire cosa fossi per noi. Amico, fratello di avventure, passate, presenti e future”, ha scritto su Facebook Simone Cavallari, un amico di Bucci. In allegato al post, una foto di gruppo che ritrae quattro ragazzi, gli amici di sempre, seduti insieme sul divano di casa. Tra questi c’è anche il giovane Bucci. “Ci mancherai fratello. Perché alla fine è questo che eravamo, è questo che siamo, una famiglia, proprio come dicevi tu: ‘Gli amici sono la famiglia che ti scegli… Il problema è che non puoi dire che non sia colpa tua’ Riposa in pace amico”, ha concluso Cavallari.

Come riportano i soccorritori valdostani, tutti i ventuno partecipanti all’escursione erano attrezzati con pala, sonda e con l’Artva, uno strumento elettronico utilizzato per la ricerca delle persone travolte da valanga. Una delle due vittime, Dall’Osso, aveva con sé anche lo zaino airbag che può essere utile in caso di slavina. Ma non stavolta: pur essendo riuscito ad attivarlo, Dall’Osso è stato sommerso dalla massa nevosa ed è stato sbalzato per centinaia di metri nel lago di Chamolé, dove è stato poi recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco.

L’incidente è avvenuto nella tarda mattinata di sabato 7 aprile al Colle Chamolé, a Pila. I soccorsi sono intervenuti con due elicotteri, guide tecniche di soccorso e unità cinofile, ma dei cinque sciatori coinvolti Bucci e Dall’Osso sono subito stati trovati senza vita, uno sommerso dalla neve e l’altro nel lago Chamolè. Secondo la ricostruzione del soccorso alpino della guardia di Finanza di Entrèves, la massa di neve si è staccata dopo il passaggio degli sciatori che erano a monte. La valanga aveva un fronte di circa 250 metri e uno sviluppo di 600. Il percorso che stavano affrontando gli escursionisti, dal lago di Chamolé al rifugio Arbolle, “è generalmente poco battuto“, ha dichiarato il pm Eugenia Menichetti.