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Giappone, segregato in una gabbia dal padre per 26 anni: “Aveva problemi mentali”

Il padre, un giapponese di 73 anni, aveva rinchiuso in una gabbia di legno alta un metro il figlio 16enne per colpa del suo carattere. Lo scorso dicembre una 33enne di Osaka era stata ritrovata morta nello sgabuzzino di casa dove i genitori l'avevano tenuta per 15 anni

Lo ha rinchiuso in una gabbia di legno alta un metro da quando aveva 16 anni perché secondo lui il carattere del figlio, con problemi psichici, era troppo violento. Ora quel ragazzino è diventato un uomo di 42 anni che, dopo 26 anni di reclusione, ha riavuto la sua libertà. Il padre, un giapponese di 73 anni, è stato arrestato dalla polizia della città di Sanda: “Ho costretto mio figlio a vivere in una gabbia per oltre venti anni perché aveva problemi mentali”, ha ammesso.

L’uomo è stato scoperto perché, rivolgendosi all’ufficio del comune per chiedere assistenza per la moglie, aveva rivelato ad un impiegato le condizioni della famiglia. Il genitore nutriva e faceva il bagno all’uomo a giorni alternati, riferisce la polizia, che non ha riscontrato alcun temperamento violento del figlio. Il padre aveva sistemato la gabbia all’interno di un prefabbricato vicino alla casa in cui viveva con  la moglie. Un telo di plastica serviva a ricoprire la gabbia nel prefabbricato, dotato di aria condizionata.

La vicenda ricorda il caso di un altro macabro ritrovamento, lo scorso dicembre, di una donna di 33 anni segregata per 15 anni in uno sgabuzzino nella casa dei genitori nella provincia di Osaka. L’autopsia ha poi rivelato che la donna pesava appena 19 chili ed era morta per assideramento nella stanza che non aveva il riscaldamento.