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Consultazioni, Travaglio: “Pd renziano accetterebbe governo centrodestra”. Carofiglio: “M5s sbagliò a rifiutare proposta di Bersani”

Pd e M5s? A me risulta che in questi giorni ci sia un filo diretto tra Renzi e Forza Italia, che fa esattamente da pendant al filo diretto che c’è tra Salvini e Di Maio”. Sono le parole pronunciate a Otto e Mezzo (La7) dal direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, in un confronto con lo scrittore Gianrico Carofiglio. E aggiunge: “Se il Pd rimane a trazione renziana, può persino accettare, su pressione di Mattarella, un appoggio a un governo di centrodestra che ovviamente non sia presieduto da Salvini, ma che sia un po’ sbianchettato e scolorito con un Giorgetti o un Gianni Letta un po’ più giovane o un Roberto Maroni. Quest’ultimo, in fondo, perché ha lasciato la Regione Lombardia dove sarebbe stato rieletto in carrozza? Perché faceva parte di quel progetto che poi numericamente è stato bocciato. Quindi” – continua – “c’erano trattative su quel fronte, ma Salvini poi ha preso più voti di Berlusconi e le cose si sono arenate. Se, però, Salvini, per il bene della coalizione e del suo governo futuro di leader di centrodestra, accettasse di dare una leadership di governo al centrodestra più scolorita e sbiadita, non escludo che il Pd renziano potrebbe anche starci”. Carofiglio sottolinea: “Tra M5S e Pd escluderei la parola ‘alleanza’. Qui non si tratta di alleanza. Il punto è individuare un compromesso per mantenere in piedi una situazione, in attesa che accada altro. Si parla e si verifica. Cinque anni fa si è parlato e se  il M5S avesse accettato la proposta di Bersani, noi avremmo assistito a un’azione di governo avanzatissima e moderna che avrebbe cambiato in meglio questo Paese”. Travaglio osserva: “Quello che oggi stranisce nel Pd non è che non si voglia alleare con questo o quell’altro partito, il che è assolutamente legittimo, ma che innanzitutto non voglia parlare col M5S. E secondo me non vuole, perché teme che i 5 Stelle gli facciano una proposta che sarebbe difficilmente giustificabile rispetto a un diniego davanti ai suoi elettori. In secondo luogo” – prosegue – “stupisce che il Pd non ci dica con chi vorrebbe allearsi. Non ci sarebbe nessun problema se stessimo parlando di un partito appena nato, come lo era il M5S cinque anni fa, o di un partito duro e puro che non ha mai fatto patti con nessuno. Ma stiamo parlando di un partito che con Berlusconi ha fatto due governi, il governo Monti e il governo Letta, la riforma costituzionale bocciata dagli elettori, il patto del Nazareno, due leggi elettorali, l’Italicum incostituzionale e il Rosatellum probabilmente anche, ha governato con Alfano e con Verdini”. E sottolinea: “Come può il Pd dire che era giusto non solo parlare, ma andare a letto con Berlusconi, Verdini e Alfano e che con Di Maio non si può nemmeno parlare e prendere un caffè? Uno può andare a vedere le carte di Di Maio e verificare se si tratta di carte taroccate, ma per dire che è un bluff bisogna andare a scoprirlo”