Cronaca

Catania, bambino di 10 mesi morto per il morbillo. “Troppo piccolo per vaccino. Per questo facendoli si protegge la comunità”

A poco più di una settimana dalla morte della ragazza 25enne, un altro caso all’ospedale Garibaldi della città siciliana. Il piccolo non era vaccinato perché la vaccinazione contro il morbillo è prevista a partire dai 12 mesi. Il dottore Sergio Pintaudi: "Deve essere di monito affinché tutti capiscano che vaccinandosi si protegge non solo se stessi ma tutta la comunità"

Un’altra morte per morbillo a Catania. A poco più di una settimana da Maria Concetta Messina, ragazza di 25 anni, un bambino di 10 mesi è morto stamattina all’ospedale Garibaldi della città siciliana per complicanze legate alla malattia infettiva. Il piccolo era stato ricoverato ad Acireale e poi trasferito da due giorni a Catania per l’aggravarsi delle condizioni respiratorie e cardiocircolatorie. “Il paziente non era nell’età da poter essere vaccinato e quindi ha contratto l’infezione da chi vaccinato non era”, ha sottolineato all’Ansa il dottore Sergio Pintaudi, direttore del reparto di rianimazione dell’ospedale. “Deve essere di monito affinché tutti capiscano che vaccinandosi, si protegge non solo se stessi ma tutta la comunità“, ha aggiunto Pintaudi facendo riferimento all’immunità di gregge, il principio secondo cui  la catena di un’infezione può essere interrotta quando gran parte della popolazione è immune alla malattia, proteggendo così anche chi non è vaccinato.

Il bambino è deceduto alle 10.15 di venerdì mattina nel reparto di rianimazione. Già sofferente per un difetto cardiaco, era stato ricoverato dal 3 al 16 marzo scorsi nel reparto di pediatria dell’ospedale Garibaldi-Nesima per una broncopolmonite e bronchiolite in presenza di un virus respiratorio sinciziale. Era stato dimesso dopo un miglioramento con il programma di un controllo a distanza di dieci giorni.

La vaccinazione contro il morbillo è prevista a partire dai 12 mesi di vita. In particolare il vaccino trivalente Mpr, contenente oltre a morbillo, parotite e rosolia, è gratuito e una prima dose viene somministrata tra i 12 e i 15 mesi di età, una seconda dopo i 6 anni. Per questo il bambino morto a Catania non era ancora stato vaccinato. “Non vaccinare i bambini – aveva ricordato solo due giorni fa Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) – significa danneggiare anche i più piccoli ed i neonati, che sono comunque più a rischio perché non possono ancora essere immunizzati contro la malattia, che è causata da un virus del genere morbillivirus ed è molto contagiosa“.

Nei primi due mesi del 2018 sono stati 411 i casi di morbillo registrati in Italia, di cui 188 nel mese di gennaio e 223 nel mese di febbraio. Secondo gli ultimi dati del report dell’Istituto Superiore di Sanità, l’80% dei casi si è verificato in quattro regioni: al primo posto proprio la Sicilia con 177 casi, seguita da Lazio (108), Calabria (36), e Toscana (20). Infine, 92 casi hanno riguardato bambini sotto i 5 anni di età, 28 dei quali con meno di un anno.

Maria Concetta Messina era morta nello stesso ospedale il 28 marzo scorso sempre per le complicanze dovute al morbillo. I familiari hanno presentato una denuncia rilevando il fatto che la ragazza 25enne sarebbe rimasta a lungo senza cure su una barella. Sul caso indagano i carabinieri, che hanno già sequestrato tutte le cartelle cliniche della ragazza. Quest’anno è il secondo episodio a Catania di paziente adulto morto in seguito alle complicanze da morbillo. Il 22 gennaio scorso era morta un’altra donna di 27 anni.

Nei giorni scorsi aveva fatto discutere il nuovo gioco lanciato dalla Giochi Preziosi: Cicciobello Morbillino, un bambolotto che può essere “guarito” cancellando i puntini rossi con un apposito kit. Oltre al medico Roberto Burioni, sono stati in tanti a schierarsi contro il prodotto. Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), aveva detto che il gioco porta ad una “banalizzazione e sottovalutazione di una patologia che, come tutte le malattie virali, è molto insidiosa”. L’azienda aveva fatto sapere che “si tratta di un gioco fatto in buona fede ripescando un concetto che è sempre esistito, quello delle bambole con la “bua”.