Cronaca

Roma, i detenuti usati per pulire i giardini trovano hashish nascosto a Colle Oppio e lo consegnano alla polizia

Il progetto del Dap comincia a dare i primi frutti. I 18 carcerati - giardinieri hanno pulito il parco, installato i i cestini porta rifiuti e potato le piante. Tra gli alberi e i cespugli hanno trovato diversi quantitativi di "fumo", nascosti evidentemente dagli spacciatori che operano nella zona, consegnandoli agli agenti di polizia penitenziaria. La settimana prossima il progetto si sposta a Villa Ada

Hanno trovato diversi pacchetti di hashish nascosti tra le piante. Li hanno riconosciuti, recuperati e consegnati alla polizia penitenziaria, che li ha sequestrati. Comincia a dare i primi frutti il progetto del Dipartimento amministrazione penitenziaria. E probabilmente sono risultati anche migliori da quelli ipotizzati alla vigilia. L’idea del Dap era quella di impiegare i detenuti più meritevoli nella pulizia dei giardini di Roma. Un esperimento che fino a questo momento può considerarsi riuscito. Da lunedì 26 marzo, infatti, un gruppo di 18 detenuti, individuati sulla base di particolari requisiti di condotta, è stato impiegato nella sistemazione del parco di Colle Oppio, uno di quelli che nella Capitale versa nelle peggiori condizioni di degrado.

I 18 carcerati – giardinieri (sono stati infatti addestrati dal servizio giardini di Roma Capitale) hanno pulito i giardini, installato i i cestini porta rifiuti e potato le piante. Ma non solo. Perché tra gli alberi e i cespugli di Colle Oppio hanno trovato diversi quantitativi di hashish, nascosti evidentemente dagli spacciatori della zona. Non è stato difficile per i giardinieri – tra i quali c’è anche qualche condannato per spaccio di stupefacenti – riconoscere il “fumo” occultato tra le piante, recuperato e consegnato agli uomini della polizia penitenziaria che vigilano sul gruppo di detenuti.

Il servizio di pulizia di Colle Oppio durerà fino a martedì, giorno dopo pasquetta, poi il gruppo di giardinieri carcerati si sposterà a Villa Ada.Un vero e proprio esperimento, quello voluto dal capo del DapSanti Consolo, che punta ad essere esteso a livello nazionale dopo il primo step romano che durerà fino al 30 agosto. “Il progetto lavoro di pubblica utilità recupero del patrimonio ambientale – fanno notare dal Dap – rappresenta, infatti, per i condannati una possibilità diretta ed immediata per operare nel tessuto sociale, dando concreta attuazione alla promozione delle iniziative concernenti essenzialmente il reinserimento socio-lavorativodei soggetti in esecuzione di pena, con particolare riguardo alle attività di sviluppo e valorizzazione del territorio all’interno di aree di pregio ambientale e urbanistico”.