Diritti

Carceri, l’esperimento del Dap: detenuti impiegati per pulire i giardini di Roma

Il progetto, fortemente voluto dal capo del dipartimento amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, punta ad essere esteso a livello nazionale dopo il primo step romano che durerà dal 26 marzo al 30 agosto. I lavoratori individuati sulla base di particolari requisiti di condotta

Da Villa Borghese a Villa Ada, da Parco Schuster a Piazza Vittorio, partendo da Colle Oppio. È dal parco che ha recentemente fatto notizia per le sue condizioni di degrado che inizierà l’ultimo progetto del Dipartimento amministrazione penitenziaria: impiegare i detenuti più meritevoli nella pulizia dei giardini di Roma. Lunedì 26 marzo, scortato dalla polizia penitenziaria e dagli uomini del corpo di Polizia locale, arriverà a Colle Oppio un gruppo di 18 detenuti, individuati sulla base di particolari requisiti di condotta, che saranno impiegati nella sistemazione del parco. Puliranno, installeranno i cestini porta rifiuti e poteranno le piante, visto che sono stati addestrati dal servizio giardini di Roma Capitale.

Un vero e proprio esperimento, fortemente voluto dal capo del Dap, Santi Consolo, che punta ad essere esteso a livello nazionale dopo il primo step romano che durerà fino al 30 agosto. “Il progetto lavoro di pubblica utilità recupero del patrimonio ambientale – fanno notare dal Dap – rappresenta, infatti, per i condannati una possibilità diretta ed immediata per operare nel tessuto sociale, dando concreta attuazione alla promozione delle iniziative concernenti essenzialmente il reinserimento socio-lavorativo dei soggetti in esecuzione di pena, con particolare riguardo alle attività di sviluppo e valorizzazione del territorio all’interno di aree di pregio ambientale e urbanistico”.

Il lavoro dei soggetti impiegati avrà un forte impatto sociale ed economico. Intanto perché il progetto dà modo ai detenuti di lasciare i penitenziari e lavorare in luoghi aperti. Ma soprattutto perché ogni detenuto costa circa 170 euro al giorno allo Stato. Con il lavoro non retribuito nei parchi, invece, i carcerati – giardinieri faranno risparmiare denaro alle casse pubbliche, contribuendo alle spese della loro detenzione. Ma non solo. Perché quando i detenuti vengono scarcerati si trovano a dover onorare un debito con le casse dello Stato calcolato in percentuale alla durata della loro permanenza in cella. Denaro che spesso un ex detenuto non ha a disposizione, visto che è molto difficile ottenere un lavoro in tempi rapidi dopo aver riacquisito la libertà. Quel credito, quindi, è spesso non esigibile per le casse dello Stato. In questo modo, invece, viene azzerato in cambio del lavoro nei giardini pubblici.