Mondo

McCabe, licenziato il n. 2 dell’Fbi: “Trump vuole indebolire indagini sul Russiagate”

L’annuncio del segretario alla Giustizia Jeff Sessions è arrivato a 48 ore dall pensionamento del funzionario, che avrebbe dovuto lasciare domenica così da maturare i requisiti necessari per ottenere la pensione pubblica. Continua senza sosta il repulisti voluto dal presidente ai vertici delle principali istituzioni degli Stati Uniti. Nel mirino restano John Kelly e H. R. McMaster

Continua senza sosta il repulisti voluto da Donald Trump ai vertici delle principali istituzioni degli Stati Uniti. Jeff Sessions, segretario alla Giustizia da mesi in rotta con il presidente, ha licenziato l’ex numero due dell’Fbi Andrew McCabe: l’accusa è quella di aver fornito notizie ai media e di aver ‘mancato di sincerità‘ in più occasioni, anche sotto giuramento. L’annuncio arriva a 48 ore dal pensionamento di McCabe, che avrebbe dovuto lasciare domenica così da maturare i requisiti necessari per ottenere la pensione pubblica.

Così come Rex Tillerson pochi giorni fa, anche McCabe non era stato avvertito del licenziamento: lo è venuto a sapere dai media e dalle chiamate per aver un commento che lo hanno colto alla sprovvista. Ma l’ex numero due dell’Fbi non sta a guardare e attacca: il licenziamento rientra nella guerra condotta dal presidente Trump contro l’Fbi e al procuratore speciale per il Russiagate Robert Mueller: “Sono stato licenziato per indebolire le indagini sulle interferenze russe sul voto e per screditarmi come possibile test nell’inchiesta”. “Sono stato preso di mira e trattato in questo modo per il ruolo che ho avuto, le decisioni che ho preso e gli eventi a cui ho assistito dopo il licenziamento di James Comey – ha aggiunto McCabe nel colloquio con il New York Times – è incredibilmente ingiusto per la mia reputazione dopo 21 anni di carriera. Il vero danno è fatto all’Fbi e al procuratore speciale”.

Parole dure dopo mesi di silenzio, durante i quali McCabe ha incassato i ripetuti attacchi di Trump. Il presidente lo ha accusato di essere schierato con Hillary Clinton, tanto che sua moglie Jill McCabe aveva corso come democratica per il posto in senato della Virginia e ha accettato 500.000 dollari in donazioni per la sua campagna dall’organizzazione politica di Terry McAuliffe, amico di vecchia data di Bill e Hillary Clinton. A questo si aggiunge il fatto che McCabe è stato coinvolto nelle indagini sul Russiagate e sull’emailgate di Hillary Clinton, contro la quale l’Fbi non ha mai lanciato accuse.

Eppure, dopo il licenziamento di James Comey dalla guida dell’Fbi, McCabe era stato sentito dal presidente per prendere il posto di direttore dell’Agenzia. Si è trattato però di una schiarita momentanea: il fatto che McCabe abbia contraddetto pubblicamente la Casa Bianca su Comey non ha aiutato i rapporti fra i due.

Il licenziamento arriva al termine di giornate convulse nel governo Trump, caratterizzate dal rincorrersi di voci su nuovi possibili licenziamenti. McCabe è sempre stato uno dei papabili, insieme a Sessions, ma il fatto che la sua pensione era ormai a portata di mano sembrava averlo messo al riparo. Invece il licenziamento è arrivato lo stesso e ora tremano ancora di più i dipendenti dell’amministrazione, a tutti i livelli.

Il tentativo di rassicurazione del capo dello staff della Casa Bianca, John Kelly, non sono servite a stemperare i timori. E questo anche perché anche Kelly sarebbe nella lista dei papabili da licenziare insieme al consigliere per la sicurezza nazionale H. R. McMaster.