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Sicilia, all’Ars sedute lampo e 3 leggi (inutili) in 3 mesi: ma ecco 34 nuovi consulenti. Che costano un milione l’anno

Tra elezioni politiche e lavori d'aula lunghi meno di sette minuti all'Assemblea regionale siciliana l'attività legislativa è praticamente paralizzata. Tre norme non certo fondamentali quelle approvate dall'insediamento del nuovo Parlamento isolano. Il tempo per nominare i nuovi collaboratori, invece, si trova sempre. Solo il presidente Micciché ne chiama 17

L’ultima seduta è durata meno di un caffè e di una sigaretta: sei minuti e 19 secondi. Non troppo lunghe erano state anche le 18 precedenti. Il risultato è che all’Assemblea regionale siciliana l’attività  legislativa è praticamente paralizzata. Il tempo per nominare i nuovi consulenti, invece, si trova sempre. E infatti sono 34 quelli scelti dall’ufficio di presidenza nei giorni scorsi. Costeranno in totale quasi un milione l’anno. Molto meno tempo, invece, è quello che hanno a disposizione nel parlamentino regionale per scrivere nuove leggi: peccato che incidentalmente sia l’unico compito assegnato ai settanta consiglieri – pardon, deputati – siciliani. Eppure è così che vanno le cose sull’isola. Oggi come sempre, verrebbe da dire. Basta dare uno sguardo ai numeri per rendersene conto.

Una legge al mese – A quattro mesi dall’elezione del governatore Nello Musumeci e a tre dell’insediamento nuova maggioranza di centrodestra sono appena tre le norme fondamentali approvate da palazzo dei Normanni. Tre in tre mesi. Cioè una ogni trenta giorni. Uno pensa: come minimo saranno riforme epocali per provare a rilanciare la drammatica situazione economica e sociale in cui versa da tempo la Sicilia. E invece nossignore. Perché, come racconta puntualmente livesicilia.it, le leggi costate tanta fatica ai deputati non sono certo fondamentalI: tutt’altro. Provare per credere. Una, per esempio, serve ad aggiornare la commissione Antimafia. Un’altra, invece, aggiunge la parola “terme” ad alcune città dell’isola (per dire: Montevago ora si chiama Montevago Terme). La terza è storica: modifica i confini tra i comuni di Grammichele e Mineo, in provincia di Catania. Stop. Nel frattempo sta per scadere l’esercizio provvisorio approvato a fine anno e valido fino al 31 marzo: senza dubbio sarà necessario prorogarlo di almeno un altro mese visto che mercoledì – durante la seduta da sei minuti e spicci – non è stato possibile fare altro se non incardinare il cosiddetto ddl stralcio. Poi tutto rinviato alla settimana prossima.

Sicilia immobile. Alla seconda guerra mondiale- Colpa delle elezioni politiche, dicono da Palazzo d’Orleans, sede del governatore Musumeci, che ha “rispettosamente” rallentato l’attività legislativa nelle ultime settimane. All’Ars, invece, si è ben pensato di approvare la procedura d’urgenza – cioè tempi dimezzati per l’approvazione di una legge – per quella che è stata ribattezza – non senza ironia – operazione Husky: cioè recuperare il patrimonio storico presente sull’isola della seconda Guerra Mondiale. Niente da fare, invece, per un’altra proposta fondamentale: dare un terzo mandato ai sindaci dei piccoli comuni. L’idea del giovane Luigi Genovese – il figlio di Francantonio che tanto ha già fatto parlare di sé – è stata però bocciata dai colleghi deputati.

Per Micciché 17 collaboratori – Intanto, però,  l’ufficio di presidenza guidato da Gianfranco Micciché ha trovato il modo per impiegare il tanto tempo libero: nominare nuovi collaboratori. Solo l’esponente di Forza Italia ne ha assunti 17. Tra questi spicca Ugo Zagarella, candidato non eletto alla Camera e titolare dal 22 dicembre di uno stipendio lordo da 4.804 euro al mese, e Salvatore Lentini, ex deputato regionale di Forza Italia chiamato all’Ars come “comandato” (è un dipendente regionale) con stipendio da 3.273. E poi Lillo Miceli, ex caporedattore del quotidiano La Sicilia, ora alla guida dell’ufficio stampa del presidente dell’Ars (composto anche da altri due portavoce) in cambio di 3.347 euro al mese. Il deputato questore Giorgio Assenza (di Diventerà Bellissima, la lista di Musumeci) chiama con lui cinque collaboratori in cambio di seimila euro, mentre l’Udc Giovanni Bulla nomina tre persone pagate quasi settemila euro al mese.

Un milione di consulenti – Una sola nomina da parte del vicepresidente Mpa Roberto Di Mauro, mentre anche gli esponenti del Movimento 5 stelle – che alle ultime elezioni regionali è stato il primo partito dell’isola – non disdegnano i consulenti. Tre i collaboratori chiamati dal vicepresidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri: costano 6.555 euro al mese e tra queste spunta la commercialista Maria Alessandra Costantino, già designata assessore da Ugo Forello, candidato sindaco dei pentastellati a Palermo. Quattro consulenti – per 6.590 euro al mese – per il deputato questore Salvatore Siragusa, uno solo – in cambio di 1.900 euro – quello scelto dal segretario Stefano Zito. Il totale fa 75.985 ogni trenta giorni, cioè 911.820 per dodici mesi. Nello stesso periodo, se dovesse mantenere la media attuale, l’Ars potrebbe addirittura approvare ben 12 nuove leggi. Resterà da capire quanto utili alla collettività.

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