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Berlino, ministro Seehofer: ‘L’Islam non appartiene alla Germania. Paese forgiato dal cristianesimo’. Scontro con Merkel

"Non dobbiamo rinunciare alle nostre tradizioni per un riguardo eccessivo e sbagliato", ha dichiarato il titolare dell'Interno in un’intervista al tabloid Bild. La replica della cancelliera: "Da noi vivono 4 milioni di musulmani. Dobbiamo fare di tutto per rendere positiva la convivenza"

A due giorni dal varo del suo quarto governo, Angela Merkel è protagonista di un botta e risposta tra il neo ministro dell’Interno Horst Seehofer. “L’Islam non appartiene alla Germania. La Germania è stata forgiata dal cristianesimo“, ha dichiarato Seehofer in un’intervista al tabloid Bild. “Dal cristianesimo ha tratto le sue domeniche libere e le sue festività religiose o i riti come Pasqua, Pentecoste o Natale”, ha continuato il ministro. “Certo – ha tenuto a sottolineare – i musulmani che vivono da noi appartengono alla Germania, ma questo non significa che noi dobbiamo per questo motivo rinunciare alle nostre tradizioni tipiche per un riguardo eccessivo e sbagliato”.

Seehofer, esponente della Csu alleata di governo della Cdu, è stato fino allo scorso settembre governatore della Baviera e tra i più agguerriti critici della Merkel in materia di gestione dei flussi migratori: una posizione che si è inasprita a partire dall’agosto del 2015, quando la cancelliera decise di aprire le porte del Paese a un milione di profughi siriani. Il portavoce del ministero degli interni ha specificato, nel corso della consueta conferenza stampa di governo, che si tratta di “un’opinione personale del ministro”.

“Nel Paese vivono 4 milioni di musulmani – la risposta della Merkel, che ha parlato in occasione di un incontro con il primo ministro svedese Stefan Loefven – e questi musulmani appartengono anche alla Germania, così come la loro religione appartiene alla Germania, quindi anche l’islam. Dobbiamo fare di tutto per rendere positiva la convivenza tra le religioni”. Alla domanda dei giornalisti sulla posizione del governo rispetto agli incendi subiti da alcune moschee nelle scorse settimane in Germania il portavoce della cancelliera Steffen Seibert ha risposto: “Il governo condanna gli attacchi alle moschee. Tutte le religioni devono avere libertà di espressione e ciascuna merita rispetto. Certo – ha precisato – la Germania ha un’impronta giudaico-cristiana”.

Dure critiche sono state pronunciate dai socialdemocratici: “Il motivo è probabilmente quello di riconquistare l’elettorato approdato all’Afd“, ha detto la deputata bavarese Natascha Kohnen all’emittente N-tv, riferendosi al partito di estrema destra Alternative fuer Deutschland, che ha ottenuto un ottimo risultato alle elezioni politiche di settembre. Il ministro presidente della Bassa Sassonia, il socialdemocratico, Stephen Weil, ha ribadito che “i musulmani che vivono in Germania appartengono alla Germania, e questo comprende ovviamente anche la loro fede”. Anche la neo-segretaria della Cdu, Annegret Kramp-Karrenbauer ha criticato le espressioni del collega di coalizione.

La discussione sull’appartenenza dell’islam alla società tedesca è un dibattito che ha ripreso piede nel Paese, sotto la spinta del buon risultato elettorale dell’Afd. La frase: “L’islam è parte della Germania e dell’Europa” era stata pronunciata da Wolfgang Schaeuble, in apertura della Islamkonferenz del 2006, la conferenza creata per favorire il dialogo tra la comunità musulmana e lo stato tedesco.